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Redazione

23 ottobre 2014

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Era logico che la Juventus perdesse ad Atene contro l'Olympiacos, per i cantori del declino italiano. Inchiniamoci alla classe cristallina di M'Dinga e al 4-2-3-1 che Michel adotta in esclusiva mondiale, magari anche alla competitività del campionato greco dove l'Olympiacos è terzo a pari punti con il Kalloni (esiste davvero). E il fatturato, ragazzi? I greci non sono nelle prime trenta squadre europee, secondo la classifica di Deloitte, mentre la Juventus è nona subito dietro alle corazzate che tutti conoscono: Real Madrid e Barcellona, i due Manchester, Chelsea e Arsenal, Bayern e PSG. Ma soprattutto c'è il fatto che, lo diciamo a chi non ha guardato la partita e poi ovviamente la commenta su siti e social network, la Juventus ha disputato una discreta prova. Sonnacchiosa per un'ora, aspettando le illuminazioni di un Pirlo che Allegri è costretto a far giocare per riaverlo al massimo (anche a costo di pagarla nell'immediato), ma vibrante per più di metà secondo tempo con un Morata davvero di lusso e un Marchisio che magari darà ad Allegri la spinta per mettere nel cassetto il 3-5-2 di Conte che nella prima fase della sua vita juventina ha intelligentemente accettato. Parlando per un attimo di calcio (!), lo scopo del 3-5-2 sarebbe quello di dominare il centrocampo avendo una copertura in più al centro in difesa. Ma se è un modulo così geniale, perché non tutti nel pianeta lo adottano? Perché la coperta corta (riportiamo il pensiero di Allegri e degli allenatori a lui affini) risiede negli esterni, ai quali si chiede un doppio lavoro. Lichsteiner e Asamoah in Italia creano questa superiorità numerica senza far soffrire la difesa, in Europa invece la loro cilindrata non è sufficiente. Non che Marotta e Paratici non lo sappiano: l'anno scorso l'operazione Isla, piena di speranze, non è andata bene (adesso il cileno è in prestito al QPR), per non parlare dei resti di Evra e di altri tentativi di basso profilo: se in Champions nessuno (se non come variante tattica a partita in corso) dei top club prima citati gioca con il 3-5-2 non è per fissazioni o problemi finanziari, ma perché giocatori totali e di alto livello sulla fascia (non necessariamente Cafu e Roberto Carlos) è difficile trovarne e formarne. Ma stiamo parlando di confronti con il Real Madrid o il Chelsea, non certo con l'Olympiacos. Alla fine la mitica 'mentalità europea' potrebbe, insieme ad altri fattori, coincidere con una semplice cambio di modulo. Bisognerà poi dirlo a Pirlo, sul cui rapporto con Allegri al di là della freddezza sono state scritte cose strampalate (la banale verità, conosciuta anche dai pasdaran del 'Galliani non sbaglia mai': il Milan non gli fece un contrattone triennale, ritenendolo semi-finito, la Juventus invece sì), cosa che al di là del lato umano non è semplice visto il valore, anche a 35 anni, del giocatore. Twitter @StefanoOlivari

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