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Redazione

31 ottobre 2014

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Marco Van Basten compie 50 anni e anche per lui vale una delle poche regole davvero rispettate del mondo del calcio: per tutti i 'veri campioni' sono inevitabilmente quelli della propria adolescenza. E il giornalista sulla quarantina non fa ovviamente eccezione. Di qui un diluvio di rievocazioni che mettono il fuoriclasse di Ajax, Milan e Olanda sullo stesso piano dei Pelé e dei Maradona, giudicando nel contempo troppo 'mediatici' i Messi e i Cristiano Ronaldo.  Chi ha altre età tende ovviamente a sovrastimare i suoi miti, quindi l'asterisco è sempre doveroso. Noi facciamo parte della generazione che in Van Basten avrebbe potuto avere un fratello maggiore, quindi ci è facile come prima punta collocarlo al livello realizzativo di Gerd Muller e a quello stilistico di Ronaldo. In comune con Ronaldo ha il fatto che il miglior Van Basten si sia visto per pochi anni (4 per entrambi): il periodo d'oro dell'olandese è stato quello dalla fine della prima stagione con il Milan, la 1987-88, quando rientrò da un infortunio, fino a tutta la prima stagione con Capello allenatore (la 1991-92), dove al di là dei numeri e dei dvd da highlights si vide un attaccante davvero totale. È confrontabile a Muller e Ronaldo anche dal punto di vista della nazionale, perché la sua Olanda non era inferiore a Germania Ovest e Brasile, tanto è vero che vinse l'Europeo 1988 e si presentò fra le favorite al Mondiale del 1990, perdendo però la finale anticipata (era un ottavo) di San Siro contro la Germania Ovest nella partita che viene ricordata anche per lo sputo di Rijkaard a Voeller. Il Milan di Sacchi sarebbe probabilmente stato grande anche senza di lui, ma Van Basten ne è stato il volto davvero vendibile nel mondo: l'immagine di un berlusconismo ancora senza valenze politiche ma pregno dell'ottimismo, della fantasia e soprattutto della tranquilla sicurezza della sua epoca. Tante parole per dire che Van Basten sta sotto Pelé, Maradona, Cruiff e Di Stefano, se vogliamo storicizzare il tutto: il suo posto è nel bellissimo girone dei Meazza, degli Schiaffino, dei Kubala, dei Puskas, dei Garrincha, dei Beckenbauer, dei Platini, dei CR7, dei Messi, dei Ronaldo, degli Zidane. Campioni in certe situazioni anche superiori a quelli del piano di sopra, ma che non hanno segnato un'epoca o fatto tendenza. E quindi? Van Basten viene rimpianto non soltanto per la sua classe immensa e la sua completezza, ma perché è stato l'immagine migliore dell'Europa e dell'Italia della seconda metà degli anni Ottanta-inizio Novanta. Non è poco, anzi è tantissimo. Per questo non avrà mai 50 anni. Twitter @StefanoOlivari

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