L'esonero anticipato di Walter Mazzarri dalla guida dell'Inter, annunciato da Sky Sport, ha sorpreso molti, sicuramente ha sorpreso noi che mai avremmo pensato ad un Thohir intenzionato a buttare via oltre 10 milioni lordi residui di contratto con l'allenatore livornese ma soprattutto tanti altri soldi già dal calciomercato di gennaio. A meno che la linea societaria rimanga quella attuale, cioè sperare che il Liverpool o chi per lui regali i propri giocatori in sovrannumero... Visto che i piani dell'imprenditore indonesiano erano di chiudere con Mazzarri ma in maniera più morbida, con una transazione a fine stagione, deve evidentemente essere accaduto qualcosa di personale che al momento non sappiamo anche se dovremmo fingere di saperlo. Il problema è che chiunque sia il successore di Mazzarri, a maggior ragione se dovesse firmare il favoritissimo e ormai candidato unico Mancini (mentre scriviamo queste righe non è ufficiale né l'esonero né tanto meno il ritorno di Mancini e del suo parzialmente modificato staff), la vera svolta dovrà essere qualitativa. A meno che Thohir, Bolingbroke, Fassone, eccetera, siano tuttora convinti che quella nerazzurra sia una rosa di fenomeni, ingabbiati però del 3-5-2 mazzarriano. Non mancherà il tempo per scrivere della nuova Inter di Mancini, che al di là del contratto fino al 2017 e dei soldi accetterebbe una sfida difficilissima, mentre merita un commento a caldo la chiusura dell'era Mazzarri. Al primo esonero in una carriera ventennale, partita dalla gavetta, esonero arrivato non tanto per una questione di risultati (pur non brillanti) ma per un atteggiamento di vittimismo fisso che nelle ultime settimane lo aveva trasformato quasi in una macchietta, lontana parente del Mazzarri capace di compattare le sue squadre in ambienti spesso difficili. Il campionario di scuse, dagli infortuni all'arbitro, dai media ostili fino ai tifosi freddi, per chiudere in bruttezza con la pioggia nella partita con il Verona, ha reso inaccettabile la lotta per il quinto posto di una squadra che sarebbe in tutto e per tutto da quinto posto. Le questioni tattiche hanno sì contato, perché il 3-5-2 con esterni di poca qualità non è possibile, ma dire che il tecnico ha pagato mosse tipo Obi sulla destra è esagerato. Mazzarri non ha mai fatto pensare ad un lavoro per il futuro (chi si ricorda della fantomatica 'raccolta dati' dello scorso campionato?) e ad un miglioramento almeno in prospettiva, in una società che dovrà usare l'immagine per far tornare i conti nei prossimi due anni. È stato esonerato per questo, non certo per la classica formuletta 'Non è da Inter' che si applica indifferentemente a campioni e bidoni.
Twitter @StefanoOlivari
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