L'Inter-Lazio che ha mandato la serie A in vacanza, con tutte le sue considerazioni epocali ribaltate in base al punteggio, ci ha fatto meditare sul fatto che non ci sono più i migliori giocatori del mondo e forse mai torneranno ad esserci (un tema nuovo, eh?), ma anche su quello che la serie A raramente è stata così appassionante fino alla sosta natalizia. Un duello scudetto emozionante, per ciò che divide sotto ogni profilo Juventus e Roma (poi è chiaro che Tevez e Gervinho, se pagati il giusto, potrebbero giocare nel Wolfsburg o nel Malaga: il mitico 'DNA' è una cosa che riguarda il vissuto dei tifosi e degli ambienti, non certo dei giocatori post-Bosman), ma anche una quantità di squadre incredibile che può aspirare al terzo posto senza farsi ridere dietro a prescindere . Dai 27 punti di Lazio, Napoli e Sampdoria ai 21 dell'Inter ci sono 9 squadre di valore pressoché equivalente, pur essendo Lazio e Napoli quelle sulla carta costruite meglio. E a dirla tutta l'organico del Sassuolo, dodicesimo con 20 punti, ha poco da invidiare a quelli di chi gli sta davanti. Visto che la crisi economica non è nata poche settimane fa, vengono da chiedersi i motivi di questo livellamento mai visto. Una possibile risposta risiede nel numero di stranieri (o giocatori non convocabili in Nazionale, dipende da come li vogliamo chiamare) che giocano in serie A, il cui numero ponderando i minuti ha ormai superato il 55%. Al netto di considerazioni identitarie, quando non direttamente razzistiche, lo straniero medio costa meno dell'italiano medio ed una serie A con meno italiani rimescola le carte molto più facilmente rispetto a una serie A di nomi quasi soltanto nostrani o comunque noti. Una seconda risposta è senz'altro dipendente dalla morte dei presidenti, per lo meno del concetto di presidente con cui siamo cresciuti, cioè quello che ci metteva i soldi, pochi o tanti che fossero. I club passano di mano per due spiccioli (non sappiamo più cosa scrivere sul Parma, la realtà ha doppiato la fantasia), quasi nessun cartellino viene pagato e molti sono di fatto controllati da procuratori o da club di loro stretta osservanza, gli ingaggi vanno spesso asteriscati perché anche nel calcio il recupero crediti è diventato uno sport estremo. In altre parole, tutto è molto più provvisorio rispetto anche a pochissimi anni fa e una squadra modesta ma messa bene in campo, scontato l'esempio della Sampdoria, può tranquillamente giocarsela con le presunte grandi per il terzo posto da playoff Champions. Una terza risposta è di sicuro la perdita di status di alcune grandi tradizionali: Milan e Inter sono nel gruppone delle aspiranti terze, ma al di là del numero di spettatori non sembrano avere una qualità media migliore delle concorrenti. Questa situazione onestamente ci piace molto, perché dà speranze a tutti e toglie quei piazzamenti per diritto divino che alla fine annoiavano gli stessi tifosi delle beneficiate. Forse i media non sono ancora abituati a raccontare una realtà così fluida, per comodità anche editoriale si preferiscono le gerarchie, e gli stessi tifosi che straparlano di NBA vanno nel panico quando la loro squadra è settima. Perché il mondo cambia velocemente, mentre per la composizione del tifo occorrono generazioni.
Twitter @StefanoOlivari