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Redazione

30 dicembre 2014

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Cerci al Milan e Gabbiadini al Napoli sono i primi grandi (tutto è relativo) colpi di un calciomercato di riparazione che contrariamente al passato sarà decisivo nella corsa ai piazzamenti europei: dal terzo posto da Champions League, a cui possono ambire praticamente tutti, al quarto e quinto da Europa League che renderà poco ma è comunque utile per far vedere il marchio fuori dall'Italia. Due casi chiaramente diversi: Cerci è il classico scarto di un grande club di Champions, che una squadra italiana senza liquidità prende per scommessa, mentre Gabbiadini il Napoli l'ha pagato con soldi veri (14 milioni di euro in totale) a Juventus e Sampdoria. A proposito della società di Ferrero, ci permettiamo di asteriscare l'acquisto di Correa visto che i 10 milioni di dollari (fonte Estudiantes) spesi per lui sembrano una cifra assurda non solo alla luce delle potenzialità di Ferrero ma proprio del valore di Correa, un ventenne interessante (può stare a sinistra in un 4-4-2 o in un 4-3-3), ma che ha fatto discrete cose in Argentina e basta. In altre parole, è possibile che Correa sia controllato da qualche altra entità (un procuratore, un fondo di investimento, una banca) e che Ferrero, che tutto è tranne che stupido, non abbia 'reinvestito' su di lui tutti i soldi incassati per Gabbiadini. Proprio qui volevamo arrivare: siccome diamo per scontato che un dirigente di un grande club sappia gestire un grande club meglio dei giornalisti, è evidente che qualcosa non torna nella proprietà di gran parte dei giocatori, anche italiani. Sappiamo con sufficiente certezza chi paga l'ingaggio ai giocatori, anche se molti bilanci mettono questa voce in aggregato ed è difficile risalire alle cifre esatte, ma non chi realmente controlli questi giocatori che ormai si muovono con una velocità sospetta. Un club che sia davvero proprietario del cartellino difficilmente regalerebbe uno su cui ha appena investito 19 milioni di euro, a meno che questi 19 milioni siano solo una costruzione mediatica (come spesso sono). Questo non toglie che, per puro caso, ci possano essere incastri tecnico-tattici interessanti: il miglior Cerci sarebbe infatti il contropiedista ideale per Inzaghi, così come in teoria lo sarebbe stato il miglior Torres. Che Abramovich, altro noto filantropo, avrebbe regalato permettendo così la chiusura del cerchio (facciamo cerchietto) con l'Atletico. Conclusione? Parliamo più di calcio, almeno il valore di un giocatore è visibile a tutti, e meno di quel colossale inganno che è diventato il fair play finanziario, ormai una trappola solo per i meno furbi (ultimo esempio il Barcellona). Twitter @StefanoOlivari

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