Lukas Podolski e Xherdan Shaqiri sono due giocatori di livello superiore rispetto all'acquisto interista medio degli ultimi anni, e anche rispetto al classico acquisto di gennaio di un club italiano, ma soprattutto sono due elementi graditissimi a Roberto Mancini. La vera domanda non è però che cosa potrà fare l'Inter con loro (sicuramente migliorerà, se aggiungerà anche un difensore decente), ma se Thohir abbia cambiato improvvisamente strategia o, brutalmente, abbia deciso di metterci i soldi. La risposta è un doppio no: per Podolski è stato pagato all'Arsenal solo un prestito libero (cioè senza obblighi di riscatto) da 100.000 euro al mese, per Shaqiri al Bayern Monaco andranno dati 15 milioni ma in ogni caso a partire dalla prossima stagione. Considerando gli impegni presi durante la gestione Mazzarri, nel senso di pagamenti differiti che in ogni caso andranno onorati (quasi tutti i 9 milioni di Dodo, i residui 5 milioni di Medel, il milione del prestito di M'Vila più altre frattaglie), e la certezza che in gennaio arriverà almeno un altro giocatore 'pay' di quelli chiesti da Mancini, probabilmente un difensore, è facile prevedere che se l'Inter non raggiungerà il terzo posto (che nemmeno significa Champions League sicura, come De Laurentiis ha imparato sulla sua pelle) sarà obbligatoria una ricapitalizzazione da minimo 50 milioni, a meno di non voler condurre il club verso il fallimento. Il vero problema del terzo posto 2014-15 è che almeno 10 squadre pensano di poterlo raggiungere, nonostante le differenze di organico siano più significative di quelle di punti (Napoli e Lazio sono sopra le altre, in questo senso), in questo senso non è che Podolski o Shaqiri siano un'assicurazione mentre è probabile che elevino il rendimento di Icardi e quindi la possibilità di monetizzare anche un eventuale fallimento sportivo. Di sicuro Thohir ha capito che il tran tran significa andare verso il basso, meglio provare a dare una svolta subito che vivacchiare facendo scrivere di futuribili e vaghi grandi ricavi commerciali. Tanto poi i debiti del club sono garantiti dal club stesso, non certo da lui: con queste premesse la scommessa è più dell'Inter che sua personale.
Twitter @StefanoOlivari