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Palloni d’oro mancati e Palloni d’oro miracolati

Nell’ultracinquantenaria storia del Pallone d’oro non sono mancati di certo i premi discussi. È sbagliato tuttavia inserirvi anche quello appena consegnato a Cristiano Ronaldo, il terzo della carriera: sessantuno gol e diciotto assist in sessanta partite disputate dovrebbero essere cifre sufficienti a giustificare il riconoscimento vinto dall'asso portoghese.

Redazione

13 gennaio 2015

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Nell’ultracinquantenaria storia del Pallone d’oro non sono mancati di certo i premi discussi. È sbagliato tuttavia inserirvi anche quello appena consegnato a Cristiano Ronaldo, il terzo della carriera: sessantuno gol e diciotto assist in sessanta partite disputate dovrebbero essere cifre sufficienti a giustificare il riconoscimento vinto dall'asso portoghese. La Champions League e il Mondiale per club vinti col Real Madrid poi, hanno avuto un peso specifico che spesso è stato messo sulla bilancia, anche se generalmente tra Champions e Mondiale, si dava priorità a quest’ultimo. Fa storcere il naso invece il secondo posto di Messi ai danni di Neuer, che meritava almeno la seconda piazza. Messi d’altronde non è nuovo a piazzamenti che superano il suo rendimento. Nel 2010 toppò l’appuntamento sudafricano e in Champions si fermò in semifinale contro l’Inter, ma venne ugualmente premiato col Pallone d’oro. Quel primo posto fu sicuramente esagerato (come esagerato è stato il premio di miglior giocatore del Mondiale assegnatogli in Brasile, dopo un Mondiale discreto, ma nulla più). In quel fatidico 2010, anno in cui si è deciso che un Mondiale vinto non fosse garanzia di un Pallone d'oro, c’era l’imbarazzo della scelta. Si poteva attingere dalla Spagna Campione del Mondo, con uno a caso tra Xavi e Iniesta, o anche dall’Inter mouriniana, con Sneijder, che alla Champions conquistata a maggio abbinò il secondo posto al Mondiale con l’Olanda e la vittoria della classifica marcatori. Altre assegnazioni discutibili? Quella del 2001 (anno privo di grandi tornei per nazionali), ad esempio, quando vinse Michael Owen, piazzatosi davanti al madridista Raul, uno dei tanti big esclusi dalla giuria di France Football, in buonissima compagnia, per altro: oltre ai nostrani Baresi, Maldini, Del Piero e Buffon, citiamo tra i giocatori depennati dall'albo d'oro, Puskas, Henry, Cantona, Butragueño, Iniesta, Robben e Giggs (diverso il discorso per Totti, spesso pubbicizzato dai nostri media: indiscutibili i suoi meriti, ma raramente ha avuto la ribalta internazionale per poter convincere la giuria. Forse l’occasione più grande è stata dopo l’ottimo Euro 2000. Quello di Totti è un discorso simile a quello di Batistuta o Shearer, eccellenti protagonisti su piazze che in Europa non hanno mai raggiunto nemmeno una semifinale). Nella lista degli scandali generalmente viene fatto rientrare il Pallone d’oro ‘96 di Sammer, per il solito «Se non lo ha mai vinto Baresi...». Ineccepibile, perché Baresi era senz’altro più forte. Ma quando non lo ha vinto Baresi, lo ha comunque vinto Van Basten, suo compagno di squadra (parliamo del 1989, quando il Kaiser Franz arrivò secondo) e non esattamente l’ultimo arrivato. Il premio del ‘96 finì invece nelle mani del leader della Germania, fresca vincitrice degli Europei e considerato tra i migliori del torneo inglese (Sammer era anche colonna del Borussia Dortmund, che qualche mese dopo avrebbe vinto la Champions, contro la Juventus). Anche il premio del 1991 vinto da Jean Pierre Papin, cannoniere della Coppa dei Campioni e leader del Marsiglia finalista, viene costantemente messo alla berlina, eppure fu un plebiscito: il francese prese 141 voti, contro i 42 del trio Matthäus-Pancev-Savicevic. Altra incoronazione che fece storcere il naso a parecchi fu quella di Belanov nel 1986, e in effetti quel premio avrebbe potuto avere altri interpreti (Butragueño, Lineker). Purtroppo i criteri adottati prima del 1995 toglievano la possibilità di gareggiare ai non europei, altrimenti Maradona avrebbe stravinto, colonizzando tra l’altro buona parte degli anni Ottanta. E sempre negli anni Ottanta, va detto che anche il premio vinto da Paolo Rossi fu esagerato: in fin dei conti giocò bene tre partite. Dino Zoff e Bruno Conti, per rimanere nell'ambito azzurro, avrebbero meritato più di Pablito il Pallone d’oro, destinato anche in futuro, come sempre ha fatto, a scatenare dibattiti su chi ha avuto troppa o troppo poca gloria. Giovanni Del Bianco Nella foto, Matthias Sammer, discusso Pallone d'oro nel 1996.

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