Purtroppo sta per iniziare un'altra edizione della Coppa d'Africa, diciamo purtroppo per la solita collocazione provocatoria nel calendario e non certo per l'importanza della manifestazione. Non c'è infatti alcuna giustificazione climatica per cui questo torneo si debba sempre giocare in gennaio e non in giugno, quando quasi tutti i campionati europei sono fermi: bisogna ricordare che 246 calciatori impegnati in Guinea Equatoriale hanno ingaggi europei, si tratta del 67% del totale e anche di un record, visto che nell'edizione di 2 anni fa le proporzioni fra club africani e club europei erano più o meno le stesse. Ovviamente la nazione più penalizzata è la Francia, che di questi 246 ne impiega 71, ma l'aspetto più interessante e secondo noi peggiore della questione è che il calcio di club africano è messo finanziariamente molto peggio rispetto a qualche anno fa e anche a un passato più remoto, dove i minori soldi andavano comunque insieme a maggiori difficoltà nell'emigrare, per mere ragioni regolamentari. Tutto è più improvvisato del solito, perché la Guinea ha dovuto prendere il posto del Marocco che aveva rinunciato a metà novembre per la vicenda Ebola (che ha riguardato varie nazioni africane, fra cui la Guinea propriamente detta, ma non la Guinea Equatoriale) e non solo, per riguadagnare la faccia persa dopo la squalifica presa per avere schierato un giocatore ineleggibile nelle qualificazioni. Proprio la nazionale di casa aprirà la manifestazione a Bata contro la Repubblica del Congo di Claude LeRoy. Si tratta fra l'altro dell'unico stadio accettabile (35.000 posti) per una manifestazione così importante, perché quelli di Malabo (16.000) e soprattutto di Mongomo ed Ebebiyim non sono adeguati nemmeno agli standard dell'improvvisazione. È evidente che la manifestazione si poteva rimandare all'estate o addirittura di un anno, ma l'immortale presidente della CAF Issa Hayatou ha asserito che sarebbe stato un grave danno di immagine per il continente africano e che in ogni caso gennaio è il periodo climatico migliore. Una stupidaggine, a maggior ragione in una zona equatoriale: a gennaio in Guinea c'è esattamente lo stesso clima che a luglio e semmai i mesi da evitare sono quelli delle piogge. Detto questo, la competizione appare equilibrata come non mai e delle 16 partecipanti 9 sono ex vincitrici del torneo (giunto alla trentesima edizione): favorite sembrano l'Algeria di Christian Gourcuff o il Ghana di Avram Grant, ma non ci scommetteremmo. Di sicuro Coppa d'Africa e Coppa d'Asia a gennaio servono solo a ricordarci che nel calcio Africa ed Asia esistono, non solo come fornitrici di manodopera.
Twitter @StefanoOlivari