Ci siamo persi qualcosa? Perché adesso sembra che le elezioni per la presidenza della FIFA, di solito risolte con maggioranze bulgare o candidati unici, siano diventate qualcosa di semi-democratico. Luis Figo ha infatti annunciato di volersi presentare il 29 maggio al congresso della FIFA che confermerà Blatter (sarebbe il quinto mandato, il primo partì nel 1998) o sceglierà il suo successore fra Al-Hussein, Van Praag, Ginola (!), Champagne e appunto Figo. Che non è il classico ex calciatore che punta tutto sul nome, ma uno abbastanza introdotto nei cosiddetti palazzi, soprattutto UEFA (sotto Platini ha avuto diversi incarichi), con contatti personali importanti in tanti grandi club e una cultura generale non da calciatore medio. Il programma è a parole uguale a quello degli altri (trasparenza, solidarietà, ritorno ai veri valori del calcio, eccetera), ma è evidente che in questi casi i voti vanno soprattutto alla persona e a chi le sta dietro. Di voti l'ex Pallone d'Oro può raccoglierne soprattutto in un'Europa che voterà in ordine sparso, visto che almeno ufficialmente Platini non si è espresso. È impossibile che il 79enne Blatter non vinca, avendo con sé in maniera abbastanza compatta Centro e Sud America, Africa e Asia, ma un'Europa che votasse dichiaratamente per altri candidati sarebbe comunque un grande segnale politico. Del genere 'Non puoi comandare con i nostri soldi e i voti di paesi marginali'. Perché con le nazionali Blatter potrà fare quello che vuole, ma se i 20 o 32 club più ricchi del mondo avranno coraggio allora il grande calcio cambierà per davvero. La superlega non è certo il sogno di Platini, per questo pensiamo che Figo non sia un suo prestanome ma uno che sta giocando una sua partita.
Twitter @StefanoOlivari