La tragedia finanziaria e sportiva del Parma, ancora ben lontana da una soluzione, ha ispirato al presidente dell'AIC Damiano Tommasi una comprensibile preoccupazione per la regolarità del campionato, perché uno dei tanti non detti di questa vicenda in cui il massimo colpevole è Tommaso Ghirardi è che se già (parliamo in generale) le partite vengono taroccate da calciatori stipendiati, figuriamoci quale può essere la tentazione per gente che non vede un euro da più di sei mesi... Bisogna quindi avere la massima fiducia nella professionalità e nell'onestà di Donadoni e dei giocatori rimasti. Siamo, parliamo a titolo personale, fra i cretini che hanno creduto alle parole di Ghirardi quando la scorsa estate la FIGC negò al Parma la licenza UEFA e quindi l'Europa League (a beneficio del Torino): l'Irpef era stata pagata in ritardo ma era in fondo stata pagata, in più il monte ingaggi della squadra era tranquillamente sostenibile anche soltanto con i diritti televisivi spettanti alla società emiliana. Invece Ghirardi dall'estate non ha più pagato uno stipendio, pensando solo a sbarazzarsi del club nel modo più rapido possibile, mentre i debiti aumentavano. Facciamo in ogni caso a fatica a credere che nel mondo non esistesse nessun pretendente più solido di una 'holding' (viene da ridere, o da piangere) russo-cipriota con un capitale sociale inferiore allo stipendio del magazziniere del Parma. Al di là del fatto che Rezart Taci, il petroliere albanese buon amico di Adriano Galliani (il suo sogno era una quota del Milan, la sua squadra del cuore) e dello stesso Ghirardi, decida di uscire allo scoperto per spiegare non tanto come pagare l'immenso debito del Parma (impossibile, se non rinegoziandolo o inventandosi un bond o un ulteriore finanziamento), quanto i motivi del suo interesse per questa società. La magia del Tardini? I luoghi verdiani? Si attende una ferma presa di posizione di Maurizio Beretta, il commissioner della Unicredit League.
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