A Torino non è scoppiata la Terza Guerra Mondiale, ma nove persone hanno subìto qualche bruciatura e un grosso spavento: diversamente non sarebbero andate quasi tutte al pronto soccorso in codice bianco o verde, cioè i livelli più bassi del rischio. Questo per mettere il bilancio concreto nella giusta prospettiva, senza bisogno di rapportarlo alla guerra in Iraq basta un ordinario sabato sera in una discoteca di provincia. Ma siccome c'entra il calcio, i fatti collegati al derby sono diventati l'ennesimo pretesto per parlare di emergenza nazionale, leggi speciali, nuovi stadi, eccetera. La premessa è che i feriti, sia pure lievi, non sono tifosi che 'se la sono andata a cercare', come in tante altre occasioni (anche con il morto, ma non divaghiamo), ma tifosi del Torino seduti tranquillamente al loro posto che si sono visti arrivare addosso le schegge di seggiolini e di altro provocate dal lancio di una bomba carta da parte di ultras della Juventus. Con l'antefatto collegabile a scontri fuori dallo stadio e a una sassata che ha colpito il pullman della Juventus all'entrata all'Olimpico. Chi frequenta gli stadi, più degli studi televisivi, sa benissimo che per le forze dell'ordine è impossibile fare di più rimanendo nella legalità, anche (ma non solo) per l'impossibilità reale di perquisire le donne e chi lavora allo stadio (ecco la risposta a chi si chiede sempre come fanno ad entrare le bombe allo stadio). Quanto alle leggi speciali tanto invocate (da Malagò a Tavecchio, passando per tanti altri), quelle che già ci sono non resistono al primo ricorso, come si è visto nel caso del Daspo di gruppo. La responsabilità penale è individuale: l'unico vero deterrente, visto che nella quasi totalità dei casi non stiamo parlando di emarginati ma di gente che ha qualcosa da perdere, sarebbe l'inasprimento delle pene detentive. La prospettiva di passare cinque anni reali in carcere, in una cella con manovalanza mafiosa, violenti veri, stupratori, spacciatori e pazzi, farebbe decisamente più spavento di qualche mese passato a vedersi le partite della propria squadra al bar sorseggiando una birra, dopo avere firmato in Questura o alla più vicina stazione dei Carabinieri. Poi si può, anzi visti i precedenti si deve, squalificare la curva della Juventus, ma tutti colpevoli significa nessun colpevole ed equiparare chi tira sassi e bombe a chi non li tira è senza senso. Di sicuro non migliora la cultura sportiva, ma è la solita arma di distrazione di massa.
Twitter @StefanoOlivari