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Supercoppa e mini-pubblico a Sassari

Redazione

7 ottobre 2014

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Si parte di sabato, con le semifinali. Da una parte Milano contro Brindisi, dall'altra Sassari contro Roma, poi, il giorno dopo, le prime due si giocano la coppa, le altre se ne possono tornare a casa. Questa è la formula della Supercoppa BEKO 2014, di un basket che tenta in ogni modo di creare un evento e che porta la finale in Sardegna, a Sassari, dove a furia di seminare basket sono arrivati i risultati. E adesso coltivano la speranza di mettere il secondo trofeo in bacheca, per far sentire meno sola la coppa Italia della passata stagione. Per il resto si vedrà. Tutto scritto, o comunque fortemente immaginabile, il copione del primo giorno, con Sassari e Milano che si scaldano appena con Roma ("siamo una squadra che si muove nella terra di nessuno") e Brindisi , perché sono troppo distanti come assemblaggio, amalgama, condizione e mentalità dalle altre due. Un po' meno scontato l'epilogo della finale, ma andiamo con ordine. EA7 Emporio Armani Milano - ENEL Brindisi 71 - 59. Se crei un evento, anche pre campionato, ti aspetti di vedere spettacolo, o quantomeno delle belle partite. Ma non sempre va così, e difatti Milano contro Brindisi ricorda più una partita tra due squadre fuori dai playoff che uno spareggio per una finale. Milano parte quasi con indolenza, mentre Brindisi da fuori ha le polveri a dir poco bagnate. Ne risente lo spettacolo e il divertimento del (poco) pubblico presente, che meriterebbe maggiori gratificazioni. Bassissimo il punteggio dei primi due quarti (33 - 32) che hanno visto le due squadre vivere di iniziative personali più che di una precisa organizzazione di gioco. Sono Denmon da una parte e Kleiza e Ragland dall'altra a tirare la carretta fino alla sirena, mentre il gioco sembra latitare. Il terzo quarto vede un determinatissimo Gentile condurre i suoi con canestri dalla lunga distanza e assist, oltre che rimbalzi importantissimi. È così che Milano scava il solco, e il divario si allarga nei primi quattro minuti dell'ultimo quarto, quando proprio Gentile innesca Ragland e Kleiza, fino al + 15 che Brindisi non riuscirà più a rimontare. Dinamo Sassari - Virtus Roma 89 - 73. Cominciamo con il dire che il ritiro della maglia numero 12 di Travis Diener, e prima di lui di Emanuele Rotondo (capitano di tante battaglie e dai tantissimi record, nato e cresciuto alla Dinamo), avrebbe meritato ben altro pubblico, e non le 2.500 persone  della semifinale che all'intervallo si sono emozionate tra le immagini di tanti bei ricordi. La partita: passano neanche 2 minuti e Dalmonte striglia i suoi in panchina. Siamo  sul 9-0 per la Dinamo che, pur cambiando un po' di attori, ha mantenuto intatto il copione fatto di tanta aggressività e velocità. Roma fa fatica in attacco e in difesa, Triche cerca di metterci del suo e allo stesso modo Jones e d'Ercole, ma è poca roba di fronte alla solidità della Dinamo, che, con Dyson e Sosa, nella seconda metà della gara distrugge le speranze romane. Si arriva anche a +26 punti, per chiudere poi con un +16 che racconta di una partita giocata a senso unico. EA7 Emporio Armani Milano - Dinamo Sassari 88-96. Si arriva alla finale, il palazzo dello sport di Sassari è pieno solo a metà e la Dinamo ha sulla spalla uno 0-11 in casa che dice che la tradizione vuole che la coppa prenda le vie di Milano. Milano ha giocato con poca convinzione la semifinale, ma parte comunque come favorita. Pronti, si inizia. E Kleiza e Sanders danno il via alle prime scaramucce, mentre Gentile si trova subito a fare i conti con le lunghe leve di J. Brooks. Milano pare più in difficoltà e Sassari prende il largo, dimostrando maggiore convinzione e idee più chiare. Il primo break dice 8 a 22, e da lì si procede a sprazzi, con Sassari che prova a fuggire e Milano che recupera. In mezzo ci sono il genio e la sregolatezza di Gentile, la solidità di Lawal e i due Brooks (uno per parte) che danno spettacolo. Si vede Hackett che, nonostante il mea culpa (un po' tardivo)  per sei mesi sarà uomo di coppe. Alla fine la spunta la Dinamo, più solida ma soprattutto più volitiva. Il pubblico, sempre poco, tributa una standing ovation ai propri ragazzi, che festeggiano in campo, mentre per Milano la coppa quest'anno è l'Eurolega. Restano queste belle immagini e qualche dubbio, non tanto sulla formula, ma sulla sede scelta per le finali. Difficile e costoso per un tifoso di Roma o di Brindisi o di Milano andare a vedere una partita (la finale non è certa)  della propria squadra fino a Sassari. D'altra parte, gli stessi tifosi della Dinamo, in attesa di vedere la propria squadra giocare per l'Eurolega, non hanno dimostrato tanto entusiasmo per questa manifestazione. Sassari e Milano hanno fatto vedere di saper volare alto, con Sassari che pare aver finito il rodaggio estivo, mentre Milano deve ancora trovare continuità e fluidità di gioco. Brindisi, al suo terzo anno in serie A, parte di nuovo in sordina, Coach Bucchi però è pronto a stupire i suoi tifosi, magari riconfermando il quinto posto della scorsa regolar season. Roma, come la tela di Penelope,  riparte anche questo anno da due conferme e una rivoluzione. Nuovi 10 giocatori su 12: Dalmonte dovrà lavorare a lungo per dare una amalgama a una squadra fatta di giovani giocatori in cerca di gloria. Molto timida la reazione dei tifosi, che hanno accolto l'ennesima rimescolata di carte con il record negativo di abbonamenti. Luigi Ceccon

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