Giornata numero 17 con i tifosi che scopriranno che nel basket il fattore campo non è poi così importante. Venezia sfida Roma, Milano va a Trento a testare il campo della matricola, Pesaro è attesa a Varese e Caserta in quel di Brindisi. Bella anche la sfida tra Avellino e Cantù, entrambe in cerca di segnali per il futuro e punti per il presente.
Acea Virtus Roma–Umana Reyer Venezia 62-72
Roma si specchia nel suo passato e trova più di qualche rimpianto, guardando il proprio ex capitano guidare la squadra ospite a prendere i due punti. La storia è sempre la stessa: poco gioco, assenza dell’asse play pivot, difesa aggressiva e, quando le cose non vanno, tiro da fuori. Una bella miscela per un gioco divertente se la palla entra, una pozione velenosa se la media tiro da 3 si aggira attorno al 22% (e quella da due fa 40% secco) e non ce’è nessuno sotto canestro a raccattarla e metterla dentro. A tirare la carretta sono i soliti: Bobby Jones con 14 punti come Gibson, Jordan Morgan con 12 e 8 rimbalzi e Stipcevic con 7 punti e solo 2 assist. Bene anche Ebi, un fattore in attacco nei dieci minuti che un infortunio gli concede, mentre è evanescente Triche (2 punti ma giocando non al meglio della forma) ed è impalpabile Ejim con 1 solo punto in 20 minuti. Non si hanno più notizie di De Zeeuw fuori per infortunio. Difficile salvare qualcosa, Roma era preoccupata dell’attacco di Venezia, ma è stato il suo di attacco a non funzionare, come spesso quest’anno, probabilmente non per mancanza di talento, ma di idee.
Il capitano di Venezia Phil Goss si specchia nel suo passato e probabilmente si convince che nonostante il freddo, la nebbia e un palazzetto dello sport non proprio bellissimo, in riva alla Laguna si sta meglio che a Roma. Anche Venezia come Roma ha un solo pivot (Ortner) di ruolo e spesso gioca senza, ma a differenza dei capitolini la squadra di Recalcati ha Peric – che sta a Venezia come Datome sta(va) a Roma – e Nelson che senza lunghi riescono a giocare in velocità. Incapace di sfoderare tutto il proprio arsenale offensivo, la Reyer offre una solida prova difensiva, tiene Roma a 62 punti, e fa il proprio compito con Goss che raggiunge quota 12 (e riceve gli applausi del pubblico romano), Peric che si ferma a 15, Nelson che chiude con 12 e Viggiano con 11. Recalcati nel dopo partita riconosce i meriti di Roma, ma di fatto certifica la superiorità del suo gruppo, che non ha l’intensità di Milano, ma sa essere quadrato quando serve.
Banco di Sardegna Sassari-Giorgio Tesi Group Pistoia 96-78
Sassari demolisce Pistoia e si rialza dopo la caduta di Bologna. Impressionante la prova in attacco della Dinamo, capace di 92 punti con il 60% da 2 e il 44% da 3, una vera e propria grandinata nel canestro di Pistoia. Sugli scudi Sacchetti (Brian, il figlio del coach) che realizza 22 punti in 25 minuti, catturando anche 3 rimbalzi e Logan, con 23 punti. Bene anche Dyson (17 punti e 5 rimbalzi) e Lawal 14 punti e 10 rimbalzi, equamente ripartiti tra attacco e difesa e 30 di valutazione. Sassari sa attaccare, correre e tirare, ha avuto una gestione virtuosa della partita che le è fruttata una valutazione totale di 118, dimostrando che in casa è in grado di battere chiunque.
Pistoia non riesce mai a portare la partita dalla propria parte, subisce il gioco di Sassari e in particolare la mira dei suoi frombolieri che cercano con continuità il canestro dalla distanza. Male la difesa, le cose non vanno meglio in attacco, dove il solo Easley si batte come un leone nell’area pitturata, segna 20 punti e prende 8 rimbalzi. Bene anche Williams, con 15 punti, Filloy con 13 mentre Amoroso e Hall segnano 14 punti in due (7 per uno). La squadra di Moretti trova i suoi equilibri solo nel terzo quarto, che riesce a impattare, per il resto sembra in balia degli avversari: difficile pensare di vincere quando si concedono 96 punti alla squadra di casa. Altra trasferta difficile in vista per Pistoia: si va a Cremona, altra storia?
Openjobmetis Varese - Consultinvest Pesaro 70-80
Varese perde la sesta partita in casa (su 8 ) e anche un po’ la faccia davanti ai suoi tifosi, non perché sia impossibile perdere con Pesaro, ma perché senza giocare per almeno 20-25 minuti si può perdere con tutti. Pozzecco si danna l’anima dalla panchina e vede i suoi condurre il primo quarto (22-14), mettere il gas al minimo nel secondo (41-38), entrare in riserva e poi spegnersi nel terzo (49-61) e nel quarto periodo. Varese non trova la strada nel tiro da fuori (26%) e perde la sfida ai rimbalzi con Pesaro (39 a 50). 19 punti per Eyenga, volitivo ma poco preciso anche dalla linea dei liberi, 12 per Maynor, 10 per Rautins e Deane, briciole per gli altri. Il segnale è brutto, preoccupano l’approccio alla partita e poi l’incapacità di reagire contro una squadra che in 16 giornate di campionato non si era dimostrata irresistibile.
Pesaro continua la cura Paolini e vince una importantissima partita in chiave salvezza. La vittoria è frutto di un approccio diverso alla partita: la Libertas concede come sempre il primo quarto agli avversari, ma senza sparire dal campo e chiudendo il primo periodo sotto di “soli” otto punti. La reazione è immediata e poggia sulle spalle di Judge, vero dominatore di area e Wright (23 punti), Lorant (13 punti) e Musso (14 con 3 canestri da 3) che ben compensano Ross, stranamente poco prolifico in attacco (“solo” 11 punti per lui). Pesaro ha avuto il grande merito di credere nella vittoria, attaccare Varese non appena l’ha vista in difficoltà e avere una gestione più distribuita degli attacchi, coinvolgendo nel gioco offensivo tutti i giocatori in rotazione. La vittoria assume un’importanza fondamentale, vista la concomitante vittoria dei rivali alla corsa salvezza.
Upea Capo d'Orlando - Granarolo Bologna 63-72
L’Upea gioca una delle peggiori partite tra le mura amiche e aggrava il suo score casalingo arrivato a quattro sconfitte consecutive. Poche idee in attacco, con una media da 3 a dir poco imbarazzante, l’Orlandina costruisce qualcosa nel primo quarto, prova a amministrare nel secondo e capitola negli ultimi due, quando non trova grinta e carattere che invece gli avversari profondono a volontà. La poca voglia di combattere è testimoniata dai 35 rimbalzi catturati (di cui solo 4 in attacco) che si accompagnano ai 62 punti realizzati da un attacco che ha cozzato troppe volte contro la difesa di Bologna e che vede a quota 11 punti Freeman, Hunt e Burgess, a 12 Henry, a 8 Archie e Soragna e a 2 Basile. Non pervenuti gli altri. Griccioli deve motivare di nuovo i suoi, dargli grinta carattere e determinazione anche perché in coda al gruppo ci sono segnali di vita.
Bologna vince la terza partita di seguito su un campo difficile e con una prova a “sputare sangue”, come diceva Meneghin. La squadra di Valli si divide bene i compiti tra chi deve usare il fioretto: Rey e White (21 e 12) e Reddic (15 punti) vero guerriero nel pitturato, con Mazzola e Fontecchio che brandiscono la spada e fanno il “lavoro sporco”. Buona la prova a rimbalzo della squadra, con White e Reddic che si ergono a leader della disciplina. Bologna pare aver trovato la quadratura del cerchio. Notevole l'apporto di Reddic, rivitalizzato dopo aver lasciato Pesaro e in grado di dare prova di solidità e continuità. La salvezza pare cosa fatta: perché non pensare ai playoff?
Sidigas Avellino - Acqua Vitasnella Cantù 76-79
Serviva una svolta ad Avellino, ma non c'è stata e la crisi si è aggravata con la quinta sconfitta consecutiva, che va definitivamente a rovinare quel che di buono aveva fatto la squadra di Vitucci fino a poco prima del giro di boa. La partita è molto equilibrata: qualche fisiologico vantaggio di pochi punti per l'una o l'altra squadra, la prima metà gara che si chiude in parità, il terzo quarto equilibratissimo e un arrivo che, pare scritto, è in volata. E proprio la volata è letale per Avellino, con Anosike (10 punti) e Cavaliero (12 punti) che si dannano l'anima, e Hanga (11 punti) beffato dal ferro negli ultimi secondi. Tre punti sono pochi, ma segnano la differenza tra il salvare una stagione e cadere nell'anonimato. Ingenerosi (a dir poco) i tifosi della Scandone che prima del match (a prescindere, quindi) chiedono le dimissioni del coach.
Cantù continua a vincere, godendo degli effetti balsamici della vittoria nel derby di ritorno e portandosi a 16 punti, nel gruppo che guarda i playoff da molto vicino e che spera in un finale di stagione in crescendo. Sacripanti gioca tutte le carte a sua disposizione, pesca dalla panchina e ottiene in cambio 42 dei 76 punti complessivi, con Feldeine e Awudu autori di 15 e 11 punti e Shermadini e Hollis che segnano 8 punti a testa, mentre l'unico titolare in doppia cifra è Johnson-Odon con 12. Il futuro fa ben sperare, l'obiettivo ora è uscire dal gruppo e afferrare i playoff.
Enel Brindisi - Pasta Reggia Caserta 60-72
Brindisi è in crisi e quella che parrebbe una partita abbordabile si trasforma in una sconfitta pesante per la classifica (le seste sono a due punti), il morale, il rapporto con il pubblico. Bucchi lamenta gli infortuni e la poca possibilità di allenarsi, mentre il presidente Marino predica la calma ma di fatto scarica Mays che, infortunato, a suo dire non è in grado di sostituire Simmons. La partita parla di un risultato equilibrato per i primi tre periodi e della debacle della squadra di casa che nell’ultimo periodo raccoglie solo 11 punti e tira con il 12.5 da 3 (1 su 8). A far punti sono i soliti Harper (13), James e Denmon (11), mentre Eric, forse per troppa esuberanza, commette due falli nei primi 4 minuti e, di fatto, esce dalla partita. Bucchi deve ritrovare la squadra che si è spenta dopo aver conquistato le final Eight, deve recuperare grinta, carattere e determinazione oltre che il rapporto con i tifosi. I playoff arriveranno presto.
Caserta è alla terza vittoria di fila, quasi a significare che la cura Esposito funziona. Altra partita di cuore e coraggio, con la squadra molto ben disposta in difesa e particolarmente compatta in attacco, dove una buona circolazione di palla manda a canestro 9 uomini sui 10 scesi in campo. Buona la prova di Ivanov (ex di turno chiude con 25 punti) con Scott (11 punti) e Domercant (12) in doppia cifra. Buone notizia anche da Vitali, autore di 7 punti e da Antonutti che chiude a 8. Pesaro resta a tiro, due punti sopra, la salvezza non è più solo un sogno.
Dolomiti Energia Trento - EA7 Emporio Armani Milano 84-102
Trento prova il colpaccio, ma al termine della gara si deve arrendere agli avversari e alza bandiera bianca. Non basta il solito Mitchell (21 punti) coadiuvato da Sanders, Pascolo (14 punti per uno) e Grant (12 punti per lui) a portare a casa la partita che si risolve nell'ultimo quarto. Pessimo il tabellino dei rimbalzi (solo 29 complessivi) così come la media da 3 punti (33%), fattori che contro Milano si pagano. Buscaglia deve ritrovare gli equilibri e la continuità della prima metà del campionato, per non sprecare tutto quanto di buono fatto finora.
Ennesima prova di forza di Milano che in campionato pare letteralmente scatenata e assetata di vittorie. L'ostacolo parrebbe di quelli difficili da scavalcare, ma dopo aver controllato Trento per i primi trenta minuti, L'Olimpia accelera e se ne va sulle giocate di Brooks, capace di 12 punti di cui 10 consecutivi. Buona anche la prova di Ragland, così come la prestazione di Samuels, vera colonna portante di Milano, muro invalicabile in difesa e prezioso in attacco (18 punti per lui). SI rivede Hacket che, finito anticipatamente e grazie a Petrucci l'esilio per squalifica, ritrova il campo e segna i suoi primi 5 punti (anche) nel campionato Italiano.
Vanoli Cremona - Grissin Bon Reggio Emilia 87-88
Cremona perde con gli emiliani, di un solo punto, esattamente (ma a parti invertite) come era successo all'andata e ha qualcosa da recriminare su una trattenuta (stile calcio) su Vitali (10 assist per il play questa partita) non vista dagli arbitri nell’ultimo attacco, prima del tiro della disperazione. Molto bella la gara dei padroni di casa, giocata a viso aperto ma sempre sul filo dell'equilibrio, con Clark autore di 20 punti, Cusin, Ferguson e Bell 10, e Vitali 12. Pancotto non può rimproverare nulla ai suoi, se non i sette liberi sbagliati che, quando si perde di un punto, pesano come macigni sulla coscienza di chi li ha tirati.
Reggio Emilia riscatta la partita persa all'andata (finora l'unica in casa) portando via due punti guadagnati con tanto sudore e coraggio. Su tutti è la partita di Diener: il Drake segna 27 punti, prende 5 rimbalzi e serve 5 assist, meritandosi un 34 di valutazione. Bene anche Polonara (al solito) con 14 punti, Cinciarini con 11 punti (e trattenuta finale) e della Valle, con 12 punti, che ormai a giocare i minuti importanti ci ha fatto l'abitudine. Ben distribuiti il resto dei punti, con il solo Mussini a non andare a canestro. Menetti mantiene il secondo posto, in coabitazione con Venezia, guardando in avanti verso Milano e, dietro, verso Sassari.
Luigi Ceccon, per Guerin Basket