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Croazia e Grecia, le avversarie del Gallinari olimpico

Croazia e Grecia, le avversarie del Gallinari olimpico

Redazione

27 gennaio 2016

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Evitare la Francia nel sorteggio dei gironi preolimpici era la stella polare dell'Italia di Petrucci, forse compresa nel pacchetto da due milioni di euro pubblici utilizzati per l'organizzazione. Lo squadrone di Parker e Batum avrà il dubbio privilegio di giocarsi le sue chance a Manila, mentre la squadra di Messina al PalaIsozaki dal 4 al 9 luglio se la vedrà con Croazia e Tunisia (nel suo gironcino che manderà le prime due alle semifinali), poi con due fra Grecia, Messico e Iran. A Rio soltanto la vincitrice, per questo il diffuso ottimismo (non del c.t., ovviamente) è del tutto fuori luogo per una Nazionale che dall'argento di Atene 2004 ha collezionato mezze delusioni (come all'Europeo dell'anno scorso) e disastri. Intanto battere la Croazia nel gironcino è fondamentale per non ritrovarsi a giocare due partite da vita o morte con due nostre pari grado, la Grecia in semifinale e di nuovo la Croazia nell'eventuale finale. E poi anche se la partita da dentro-fuori contro un avversario di grande livello dovesse essere limitata alla finale con Grecia o Croazia, i semplici roster dovrebbero almeno far pensare. Partiamo dalla Croazia, deludente a Euro 2015 e senza allenatore (Perasovic si è dimesso da mesi e si dedica soltanto al Baskonia), ma con un talento diffuso che fa impressione. Quattro giocatori NBA, uno più di noi (Bojan Bogdanovic, Hezonja, Rudez e Dukan), qualche protagonista di Eurolega (Tomic, Saric, Zoric) e anche qualche frequentatore della nostra serie A (Ukic, Stipcevic, Simon, Lafayette). Squadra che come noi avrebbe in teoria fame, visto che non combina niente di buono dalla metà degli anni Novanta, da poco dopo la morte di Drazen Petrovic. Squadra molto completa in ogni ruolo, in teoria anche equilibrata, però con i giocatori più forti che non sembrano avere grande personalità. Sarebbe un gruppo ideale per ruotare intorno ad una superstella, che sembrava potesse essere Saric: ma il secondo giocatore più forte mai nato a Sebenico pur facendo buone cose in attesa della NBA si è all'Efes un po' fermato nella sua maturazione tecnica. In supercrescita nel settore lunghi il giovane Marko Arapovic e il quasi gemello (ma caratteristiche diverse) Dragan Bender, gente che nei prossimi anni sposterà i valori nel continente. La Grecia era insieme ai padroni di casa francesi la strafavorita per la vittoria all'Europeo, aveva ed ha probabilmente il miglior livello medio del torneo tenendo conto dei migliori dodici, ma come i francesi si è schiantata sulla Spagna di Scariolo e Pau Gasol. Potrebbe essersi liberata di Spanoulis, che ha dato l'addio alla nazionale dopo l'Europeo ma che potrebbe ripensarci e proporre anche a Torino il suo famoso tiro dopo il saltello, che ormai entra sempre di meno. Se non ci fosse il mangiapalloni dell'Olympiacos, peraltro fino a pochi anni fa giocatore fantastico, questa sarebbe senza se e senza ma la squadra di Giannis Antetokounmpo, stella dei Milwaukee Bucks, dell'altro NBA Koufos (Kings), dell'uomo dei tiri (semiganci in particolare) decisivi Printezis e di tanti giocatori da primissima fascia europea come Sloukas, Papanikolau, Mantzaris e Perperoglu. Senza contare che Zisis e Bourousis probabilmente diranno di nuovo sì, perché i Giochi valgono più di tutto. Squadra di livello clamoroso, in campo neutro superiore agli azzurri. Per questo il fattore Torino sarà importantissimo, per far girare quei due o tre fischi, sperando che Gallinari e compagni davvero arrivino a giocarsela punto a punto. L'Italia ha talento, come è evidente da anni nonostante i risultati della gestione Pianigiani, ma non è già a Rio. E una mancata qualificazione sarebbe una durissima botta per Petrucci, che ha puntato tutto su questa vetrina quadriennale trascurando la pallacanestro che vediamo tutti i giorni. Della politica sportiva ci importa però poco, mentre ci dispiacerebbe decisamente di più se la generazione dei Gallinari, dei Bargnani, dei Belinelli degli Hackett e dei Datome non avesse la sua Olimpiade. Twitter @StefanoOlivari

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