Claveland Cavaliers contro Golden State Warriors è già un classico, che minaccia di diventare un superclassico visto che i leader delle squadre finaliste nelle ultime due stagioni NBA (campioni 2015 gli Warriors, 2016 i Cavs) sono nel pieno delle loro forze e che la concorrenza non sembra avere accorciato le distanze, anzi. Non lo diciamo noi dal bar, ma i 30 general manager della NBA rispondendo al sondaggio effettuato dal sito della lega, NBA.com. 29 su 30 hanno previsto i Cavs campioni della Eastern Conference e gli Warriors della Western, ma non c'è bisogno di cercare il dissidente della situazione, perché la regola era che nessun dirigente potesse votare per la propria squadra. All'unanimità, quindi, lo scenario è quello di altre Finals fra queste squadre così simili come valore e così diverse come filosofia, in una lega dove il mercato ha finora cambiato poco i valori, al di là del colpo Durant a Golden State e dell'interessante arrivo di Horford a Boston. Ma come sono cambiate le due squadre più forti della NBA?
I campioni in carica hanno perso Matthew Dellavedova, playmaker di culto che è finito ai Milwaukee Bucks nell'ambito di un'operazione che ha portato in Ohio Mike Dunleavy e i diritti su Vladimir Veremeenko, adesso al Bamberg di Trinchieri e Melli ma l'anno scorso a Reggio Emilia. LeBron James non avrà più come compagno nemmeno Timofey Mozgov, che da free agent è andato a monetizzare ai Lakers con un contratto di quelli imbarazzanti (ma dobbiamo abituarci, perché nei prossimi anni tutta la classe media NBA sarà sopravvalutatissima). Fra le facce nuove Kay Felder, piccolo play appena uscito dal college e un free agent di culto come Chris Andersen, da LeBron già ben conosciuto a Miami. Insomma, squadra uguale a quella della scorsa stagione, forse con cambi meno forti ma con il vantaggio psicologico di essersi tolta dalla spalla la scimmia del titolo.
Molto più movimentato il mercato dei campioni 2015, che messo in soffitta il record di vittore in stagione regolare quest'anno faranno di tutto per arrivare freschi ad aprile. Chiaramente la copertina è per Kevin Durant, che ha lasciato i Thunder (andati a poco dall'eliminare proprio gli Warriors negli scorsi playoff) con il duplice obbiettivo di vincere un anello e di giocare in un sistema che sembrerebbe sulla carta adattissimo a lui. Dal mercato dei free agent sono arrivati, davvero per pochi soldi, altri due giocatori che puntano prima di tutto al titolo come David West e Zaza Pachulia. Squadra imbattibile? Prima di dirlo bisogna ricordare la dolorosa ma obbligata perdita di Andrew Bogut e Harrison Barnes, finiti a Dallas, e quelle, secondo noi abbastanza pesanti perché le seconde linee di Golden State facevano spesso la differenza quando per Curry e Thompson non era serata, di Barbosa, Ezeli, Speights e Rush. Insomma, Durant è un fenomeno ma il sistema di gioco degli Warriors di Kerr è così delicato e unico che la strada del superteam potrebbe rivelarsi sbagliata. La finale comunque è scritta.