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Guerin Basket dopo la ventiduesima giornata della Serie A 2020-21: la perfezione di Rodriguez, il tiro di Belinelli, Vildera decisivo, Scola funzionale, il riscatto di Cantù e l'esonero di Martino
Germani Brescia - Olimpia Milano 92-99. Non sono le difese a dominare nella partita tra Brescia e Milano, che vede un punteggio altissimo e la vittoria degli ospiti, cui non sembra pesare l’assenza di Datome, figlia di un miglior feeling dei tiratori dell’Olimpia con il tiro dalla lunga distanza. Impressionante, come spesso accade, la partita di Rodriguez, capace di 29 punti in 20 minuti e di una prestazione al limite della perfezione. Solidissimo Brooks, anche lui non in quintetto, che nei suoi 26 minuti di gioco ha prodotto 14 punti sbagliando un solo tiro libero e soprattutto ha raccolto 8 rimbalzi distribuendo 3 stoppate. In doppia cifra anche Shields, LeDay e Micov. La Germani è sembrata un po’ in difficoltà vicino a canestro e al tiro da fuori, con il folletto Cherry a dettare i ritmi di gioco e Vitali a distribuire come sempre assist a piene mani. Buscaglia può comunque essere contento della prestazione, anche se quando si perde in casa segnando 92 punti non è mai un bel segnale.
Happy Casa Brindisi - Segafredo Virtus Bologna 91-85. Altra partita di cartello finita con un punteggio molto alto, quella tra Brindisi e Bologna, con il pronostico tutto a favore degli ospiti - forti di 14 mesi di imbattibilità esterna e con gli uomini di Vitucci in formazione rimaneggiata - completamente ribaltato dal risultato finale. Determinante la prova di Bostic, che chiude la gara con 27 punti e 4 rimbalzi, e di Thompson, capace di trovare spazio dentro l’area avversaria, aiutati da Perkins che con 19 punti e 8 rimbalzi si dimostra sempre più solido. Bologna paga la poca precisione di Teodosic e la brutta serata al tiro di Belinelli che chiude con 8 punti in 22 minuti. Buona la prova di Gamble, ai margini del gioco invece Tessitori, Pajola e Alibegovic.
De Longhi Treviso - Fortitudo Bologna 84-78. Treviso e Bologna giocano senza risparmiarsi un match a tratti molto fisico, affrontandosi a viso aperto ma spesso con poca lucidità . La partita si decide nell’ultimo quarto con i padroni di casa che riescono a conservare quel poco di sangue freddo in più in più per vincere il match. Buonissima la prestazione di Vildera, vero terminale offensivo, ma anche solido a rimbalzo e in difesa; lavori straordinari per Imbrò, in campo per lungo tempo a interpretare la gara, vista anche l’assenza di Logan. Per gli uomini di Dalmonte buona la prestazione di un ritrovato Aradori (forse anche stimolato dai giudizi poco lusinghieri ricevuti la settimana passata da Renato Villalta) autore di 21 punti, ma meno efficace del solito invece quella di Totè, che assieme al più esperto Cusin risulta meno determinante di quanto fosse lecito attendersi. Spesso fuori giri nella gestione della squadra Baldasso, apparso un po’ disorientato in cabina di regia.
Openjobmetis Varese - Carpegna Prosciutto Pesaro 81-68. Seconda vittoria consecutiva per Varese, che supera nettamente in casa Pesaro, ancora senza il suo coach titolare. Bene Scola, con 20 punti e un gioco più funzionale alla squadra, bene anche Morse e Egbunu, giocatore spiccatamente verticale, che riesce a ripulire con continuità i tabelloni e intimidire gli avversari in area. Per Pesaro 17 punti di Robinson (ma con 15 tiri complessivi) e 10 di Delfino, forse un po’ stanco e caricato di troppe responsabilità.
Cantù - Cremona 92-85. Cantù riscatta subito la sconfitta di Trieste vincendo il derby con Cremona. Bene i soliti Smith (17 punti per lui) e Gaines (24 punti ma qualche tiro tentato di troppo), esplosivo Bayehe, che ricambia la fiducia del coach con 16 punti e 13 rimbalzi. Ed è proprio la voce rimbalzi che costa cara a Cremona, che non riesce a raccogliere e concretizzare secondi tiri in una giornata non felicissima nell’attacco al ferro. Buona la prova di Hommes e Jarvis Williams, ancora poco incisivi Barford e TJ Williams.
Reggio Emilia - Pallacanestro Trieste 70-96. Si scioglie come neve al sole alla prima difficoltà Reggio Emilia, che dopo un discreto primo periodo lascia il palcoscenico agli ospiti, senza opporre la minima resistenza anzi, risultando per lunghissimi tratti irritante. Squadra e coach Martino sono apparsi separati in casa, con i giocatori in campo con lo stesso agonismo misurabile in un villaggio vacanze a Ferragosto. Incredulo Dalmasson che ha potuto far ruotare tutti i suoi giocatori senza preoccuparsi tanto della serata no di Laquintana e distribuendo minutaggio e sforzo fisico in maniera uniforme tra tutti i convocati.
La partita di Reggio Emilia, non era un segreto, è costata la panchina a coach Martino, esonerato subito dopo quello che più che un match di basket di serie A è sembrato una pura formalità. Al suo posto arriverà Attilio Caja, coach prontamente svincolato da Varese che lo aveva, ma soprattutto lo avrebbe avuto, a libro paga sino a fine stagione 21/22. In realtà per l’operazione è stata necessaria una deroga del regolamento, prontamente accordata, non si sa bene il perché, dalla Federazione. Il tesseramento di un allenatore di serie A difatti ha carattere di esclusività ed è vincolante se non viene risolto almeno 7 giorni prima della prima partita della squadra. Caja ha allenato Varese in Supercoppa e poi è stato sollevato dall’incarico per far posto a Bulleri, ma il suo contratto è stato risolto solo questa settimana. Quindi i termini non c’erano. L’obbligo è stato sciolto dalla Federazione e ora Caja si trova, nello stesso campionato, a essere il primo allenatore a subentrare a un collega esonerato, dopo essere stato esonerato a sua volta. Contenta la dirigenza di Varese, che alleggerisce il proprio libro paga, contento Caja che torna ad allenare, contenta la dirigenza di Reggio Emilia che si aggiudica le prestazioni di un coach esperto, battagliero e motivatore. Meno contento Antimo Martino a cui hanno affidato una squadra, poi smontata e riassemblata e che forse, proprio da Reggio Emilia doveva essere un po’ più tutelato. Con questa decisione la Federazione crea un precedente (probabilmente) propedeutico a un vero e proprio cambio di regolamento per il prossimo anno, quando le porte girevoli che oggi vedono un andirivieni continuo di giocatori da una squadra all’altra, saranno aperte anche per i coach. Inoltre, ci si chiede che senso abbia avere un regolamento se poi a questo si può derogare alla bisogna.
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