Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
La nazionale americana di pallacanestro, allenata da Popovich, presenta a Tokyo la sua peggior versione dal 1992. Ma per l'oro forse basterà...
Da quando i professionisti americani sono entrati nel mondo olimpico, quindi da Barcellona 1992, ad ogni edizione si dice e si scrive che il Dream Team era un'altra cosa. Eppure quasi sempre ai Giochi, anche quando nel 2004 non hanno vinto l'oro, gli Stati Uniti hanno schierato squadre clamorose, piene di giocatori che hanno fatto la storia al livello di Jordan, Magic, Bird, Barkley, eccetera. Nella squadra di Londra 2012 c'erano LeBron James, Bryant, Durant, Anthony Davis, Harden, Westbrook... E nella stessa squadra che nel 2004 fu umiliata dall'Argentina in semifinale c'erano Duncan, Iverson, i giovani James, Wade e Anthony...
Tutta questa premessa per dire che al di là del risultato finale, una probabile medaglia d'oro, la nazionale americana di pallacanestro presentata a Tokyo 2020 è la peggiore dal 1992 in poi. Non è certo colpa di Gregg Popovich, ma delle due stagioni falsate dal Covid e con calendari aggiustati, al di là dell'effettiva volontà delle stelle di esserci. Comunque Durant, Booker, Draymond Green, Lillard e Middleton sono più che sufficienti per vincere fischiettando, a patto di rispettare l'impegno e di non avere troppi problemi logistici. Perché la realtà dice che al momento i 12 americani sono... 8. Mancano infatti Booker, Middleton e Holiday, ancora impegnati nelle NBA Finals, manca Zach LaVine fermato dal protocollo anti-Covid e che non è chiaro quando possa partire per il Giappone.
Insomma, fra la guardia dei Bulls e le Finals che potrebbero andare a garasette Poopvich rischia di iniziare la sua Olimpiade, domenica alle 14 (ora italiana) contro la Francia, con 8 giocatori: Bam Adebayo (Miami Heat), Kevin Durant (Brooklyn Nets), Jerami Grant (Detroit Pistons), Draymond Green (Golden State Warriors), Keldon Johnson (San Antonio Spurs), Damian Lillard (Portland Trail Blazers), JaVale McGee (Denver Nuggets) e Jayson Tatum (Bostion Celtics). Come si nota, una squadra con un solo centro di ruolo, McGee, e del tutto marginale (del resto è stato chiamato al posto del fuori forma Kevin Love, tutt'altro tipo di lungo), una squadra quasi nettamente divisa fra mangiapalloni e gregari, per quanto di lusso. Una squadra non equilibrata, quindi non da Popovich, che però potrebbe trovare una sua chimica e vincere l'oro più facilmente del previsto. Esordio contro la Francia, poi Iran e Repubblica Ceca prima del quarto di finale di mercoledì 4 agosto.
Condividi
Link copiato