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Gli azzurri hanno chiuso il loro torneo olimpico perdendo nei quarti dalla Francia, in una partita in cui hanno mostrato lo spirito di Belgrado, con l'aggiunta di un Gallinari da battaglia. Ma questo gruppo dovrebbe avere un futuro...
Le Olimpiadi della pallacanestro italiana sono finite. Con grandissimo onore, ma sono finite. La Francia ha infatti battuto 84-75 la Nazionale di Sacchetti, grazie alla propria superiorità fisica e alla scarse percentuali di tiro (7 su 33 da tre) dell'Italia, anche se va ricordato che gli azzurri a due minuti e mezzo dalla fine si erano portati quasi eroicamente sul 73 pari. Terminano così due mesi memorabili, con la gemma della vittoria sulla Serbia nel preolimpico di Belgrado ed un torneo poi ben giocato a Tokyo, perdendo con qualche rimpianto contro un’Australia più forte e battendo Germania e Nigeria, sulla carta del livello degli azzurri. Quanto alla Francia, nel suo girone ha battuto gli Stati Uniti ed insieme alla squadra di Popovich è la candidata numero uno alla medaglia d’oro. Impossibile chiedere di più ad una Nazionale che ha riportato l’Italia ai Giochi a 17 anni dall’argento di Atene 2004.
Sacchetti ha provato a limitare Fournier giocandosi subito la carta Pajola ed in generale mettendo pressione sugli esterni francesi, rendendo così più difficili i pick and roll con Gobert, mentre la sua buona riserva Fall è stato servito più in post basso. Una mossa giusta, perché Fournier ed Heurtel hanno giocato una discreta partita, De Colo meno, ma nessuno ha prodotto troppi punti. L’ottimo inizio di Fontecchio e Polonara ha tenuto in partita gli azzurri, aspettando l’ingresso di Mannion e Gallinari, mentre la squadra di Collet ha cavalcato cinicamente il pick and roll con Goberte la grande vena di Batum, di solito non un leone in questo tipo di partite: l’ala dei Clippers ha fatto giocate difensive che non faceva nemmeno dieci anni fa ed in attacco pur senza percentuali clamorose l’ha messa nei momenti che contavano.
I pochi minuti nelle precedenti partite non erano una recita, ma il segnale delle sue reali condizioni. Per questo la prova di Danilo Gallinari è stata eccellente, al di là dei 21 punti e dei 10 rimbalzi: a 33 anni e dopo 13 di NBA, con la stagione degli Hawks finita poche settimane fa, ha dato più di quello che aveva. Totalmente cambiata invece la percezione internazionale, più ancora della dimensione che era già cambiata, di Fontecchio, migliore in campo anche con la Francia, e Polonara. Nella partita con la Francia, difensivamente ben giocata, sono invece quasi totalmente mancati i punti delle guardie: le imprecisioni di Pajola, la frenesia di Tonut, le tragiche percentuali di Mannion hanno fatto la differenza più dei lunghi francesi, la cui superiorità era stata circoscritta.
E adesso? Il futuro di Sacchetti è appeso alla conferma da parte di Petrucci avvenuta dopo Belgrado (il presidente della FIP dice la sera prima della finale, ma nessuno gli crede) e la bontà del suo lavoro è indiscutibile. Euro 2022, con un girone a Milano, è già dietro l’angolo e forse questo indurrà Petrucci a non toccare niente, sempre che Sacchetti voglia rimanere con l’inspiegabile ritorno di Messina sempre incombente. Da ex giocatore ha dimostrato di avere la chiave giusta per parlare a stelle NBA come a comprimari del campionato italiano: la sua medaglia olimpica rimane l’argento di Mosca conquistato con la Nazionale di Sandro Gamba, ma lo spirito dell'Italia 2021 era da medaglia d’oro e non sarà dimenticato: sarebbe qualcosa su cui costruire, perché hanno fatto più promozione alla pallacanetro italiana le partite di questa Italia di interi campionati giocati da sconosciuti di passaggio.
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