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Il senso di Mirotic

Il senso di Mirotic

L'Olimpia da Eurolega, Gentile a Scafati, il lungo addio di Zanetti, la faccia di Spagnolo

 

7 agosto 2023

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Ingaggiando Nikola Mirotic l’Olimpia Milano ha ufficializzato di voler vincere l’Eurolega, dove nell’ultima stagione è rimasta fuori addirittura anche dai playoff, nonostante un budget di sicuro fra i primi 8, forse anche 4, d'Europa. Non perché il montenegrino naturalizzato spagnolo sia garanzia di vincerla, l’Eurolega, anzi in tanti anni fra Real Madrid e Barcellona non l’ha mai vinta e spesso nei momenti decisivi è stato sotto il suo standard. Però Mirotic è probabilmente il più forte fra i giocatori che potrebbero giocare nella NBA, cosa che lui ha fatto e anche bene per cinque anni, ma non ci gioca per scelta ed è quindi in un certo senso l’uomo immagine dell’Eurolega. Un colpo per l’Olimpia paragonabile al Chacho Rodriguez di quattro anni fa, più che a miti impareggiabili come McAdoo, Carroll o Bradley. Purtroppo l’evidenza mediatica generalista per questa grandissima operazione è stata minima e quasi tutta dovuta al carisma (e alle inserzioni pubblicitarie) di Giorgio Armani, una situazione sconfortante che la pallacanestro italiana dovrebbe considerare il suo primo problema.

Del passato Olimpia fa parte da 7 anni Alessandro Gentile, che è più giovane di Mirotic… uno dei più grandi talenti sprecati della pallacanestro italiana torna in Serie A, nella Scafati di Sacripanti, per invertire una tendenza ben sintetizzata dal suo continuo cambiare squadra, a ritmi notevoli anche per gli standard odierni: dal 2016 ad oggi 10 maglie diverse e situazioni diversissime, perdendo per problemi anche personali treni giusti come quelli della Virtus Bologna e di Trento. Dal punto di vista tecnico Gentile è un giocatore che nella Serie A attuale può starci ancora benissimo, per lo meno come attaccante, la sua pallacanestro basata sugli isolamenti può anzi mettere in difficoltà chi è abituato ad affrontare squadre di tiratori da dieci metri. Il resto è tutto nella sua testa, anche il ritorno in una Nazionale dove non gioca dal Mondiale 2019, quando in panchina c’era Sacchetti. Ma forse non ci crede più.

Il lungo addio di Massimo Zanetti dalla Virtus Bologna, di cui si parla da tanto, è stato sottolineato anche dal suo sfilarsi dalla proprietà del nuovo palasport da 10.000 alla Fiera di Bologna, dove il club dovrebbe giocare dalla stagione 2024-25. La Virtus ci andrà in affitto, come del resto Zanetti aveva deciso da mesi, e la novità è che si sta parlando di questo mentre è in atto un ridimensionamento di un club che in questo mercato ha già salutato Mannion, Weems, Jaiteh, Ojeleye, Camara e ovviamente Teodosic. Senza contare la gran voglia di Shengelia di andare al Panathinaikos ed il fatto che Scariolo sia rimasto perché gli sono saltati gli incastri NBA e spagnoli. 

Dalle partite con Turchia e Cina non sono uscite grandi novità, nemmeno le grandi personalità e faccia tosta mostrate da Matteo Spagnolo lo sono. A questo punto il ventenne pugliese è sicuro di essere fra i 12 per il Mondiale, al momento i due tagli di Pozzecco (dopo il saluto di Mannion e la partenza di Visconti) dovrebbero essere Woldetensae e Severini. Meglio usare il condizionale per infortuni e considerazioni sulla forma fisica e psicologica, che potrebbero mettere in discussione Tonut, o sulla cilindrata internazionale, che fa mettere un asterisco su Caruso. Come si vede, considerazioni slegate dai ruoli come è logico che sia per una Nazionale che deve cambiare pelle a seconda delle circostanze, in un Mondiale dove non è fantabasket puntare ai quarti di finale, visto che superando l’abbordabile primo girone si finirebbe in un altro con la Serbia senza Jokic e Micic (comunque uno squadrone, per quanto battuto dall’Italia quando contava, nel 2021 e 2022) e con una seconda fra Cina e Portorico.

stefano@indiscreto.net

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