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Un'altra Italia fuori dai Giochi

Un'altra Italia fuori dai Giochi

La Nazionale di Pozzecco ha perso contro la Lituania la semifinale del suo torneo preolimpico. Con pochi rimpianti, vista la clamorosa differenza tecnica, ma anche in un modo più triste del previsto... 

7 luglio

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L’Italia della pallacanestro è fuori dalle Olimpiadi, anzi non ci è nemmeno entrata visto che in Porto Rico si è fermata alla semifinale strapersa con la Lituania, 64-88, semifinale figlia della sconfitta con i padroni di casa nel gironcino: cambia poco, visto che anche affrontando i lituani soltanto in finale i problemi sarebbero stati gli stessi. Senza Fontecchio l’Italia ha pochissimi che attacchino il ferro (contro la Lituania hanno tirato liberi in tre: Gallinari, Melli e Tonut) e quindi è una squadra che viaggia sul filo dell’emotività e delle percentuali nel tiro da fuori. Ecco, a livello emotivo questa è stata una squadra molto piatta, assolutamente non da Pozzecco. Quanto alle percentuali, nessuna delle guardie ha tirato decentemente: da Spissu a Tonut, da Pajola a Mannion, con la parziale eccezione di Petrucelli, sbagliati anche tanti tiri aperti e in una partita in cui si va sotto a rimbalzo 41 a 25 ci sono poche analisi tattiche da fare.

Fra l’altro nessuno dei lituani, con l’eccezione di Grigonis, ha giocato una partita di lusso, a partire da Sabonis per arrivare ad un Motiejunas spento, passando per il solito Jokubaitis confusionario. Semplicemente da Kuzminskas a Butkevicius, insomma la classe media, tutti sono più forti dell’omologo (quando esiste) italiano. Certo c’è chi fra gli azzurri ha fatto meglio degli altri: Gallinari ha dato il pochissimo che ormai ha in corpo, lottando con mestiere, idem Melli al quale però si chiede sempre di essere uno e trino, Pajola e Petrucelli hanno avuto qualche fiammata. E c’è chi ha fatto peggio: Mannion in versione playmaker, ma non era ispirato nemmeno come incursore, un disastroso Abass, uno Spissu che ha eseguito (male) il compitino, un Tonut vivo ma che ne ha fatte poche giuste.

Quanto a Pozzecco, a questo giro non ha trovato la chiave per far andare il gruppo azzurro oltre i propri limiti e del resto i miracoli sono miracoli, se no l’Italia sarebbe davvero più forte di Serbia o Lituania. Dal punto di vista tattico il c.t. ha provato a giocarsi due quintetti diversi, con pochissime sovrapposizioni, come a stimolare giocate di intesa (oggi si dice ‘relazionali’) più che l’esecuzione di schemi o del monoschema del basket odierno, quel penetra e scarica che una volta veniva sbeffeggiato dagli allenatori ma che oggi in squadre sempre provvisorie sembra un male necessario. Scriviamo pochi minuti dopo la fine di Italia-Lituania e quindi è presto per parlare di fine ciclo, anche perché non c’è alcun ciclo. Per Gallinari, 36 anni, la storia in azzurro finisce qui, così come per i trentatreeenni Melli, Polonara e Ricci.

Ma purtroppo ci sarà tanto tempo per analizzare la situazione della pallacanestro italiana, che non sarebbe cambiata rispetto ad una settimana fa nemmeno con un’altra miracolosa qualificazione olimpica. Certo è che c’è un evidente problema fisico: ci sono pochissimi lunghi decenti (e Pozzecco ha rinunciato a Tessitori…) fra chi è in carriera ed anche a livello giovanile. Nell’Under 17 che sta facendo un Mondiale fantastico (è in finale con gli USA, imperdibile su YouTube sil canale della FIBA) ci sono centri che sembrano veri come Nistrio e Suigo, ma sono ragazzi. Se parliamo del presente e dell’immediato futuro, quindi Eurobasket 2025, la situazione è tragica, con i soliti nomi con aggiunta di mille 'se', Okeke su tutti. Di certo c’è che siamo fuori dalle Olimpiadi per la quarta volta nelle ultime cinque edizioni e che è facile fare un parallelo con i fallimenti della Nazionale di calcio, partendo da presidenti federali che non si dimettono nemmeno di fronte all’evidenza. Tutti sapevano che l'Italia avrebbe guardato il torneo di Parigi 2024 da casa, ed il problema è proprio questo: l'eliminazione ci sta, la rassegnazione no. Forse la migliore eredità di Petrucci sarà Gigi Datome, ma bisogna capire quando.

stefano@indiscreto.net

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