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Basketball - Olympic Games Paris 2024: Day 13

PARIS, FRANCE - AUGUST 08: Evan Fournier #10 of Team France celebrates after his team's victory against Team Germany after a Men's basketball semifinals match between Team France and Team Germany on day thirteen of the Olympic Games Paris 2024 at Bercy Arena on August 08, 2024 in Paris, France. (Photo by Ezra Shaw/Getty Images)© Getty Images

L'anno di Fournier

Le schiacciate di Guido Carlo Gatti, l'intelligenza di Hines e i colpi dell'Eurolega 2024/25

4 settembre

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Addio a Guido Carlo Gatti, che pochi dei viventi hanno davvero visto giocare e che noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere di persona quando si era già ritirato da decenni. Uno dei migliori giocatori italiani degli anni Sessanta, azzurro alle Olimpiadi messicane, campione in una pallacanestro che non era lavoro a tempo pieno nemmeno per i nazionali come lui, fra le altre cose protagonista dei primi due scudetti di Varese, nel 1961 e nel 1964, allenatori Garbosi e Tracuzzi, all’alba della meravigliosa era Ignis. Gatti è stato il primo grande atleta della pallacanestro italiana, il primissimo a schiacciare, addirittura anche in reverse, nonostante anche nella sua epoca ci fossero giocatori ben più alti del suo 1.92. Il Marchese, così era soprannominato forse per vaghe origini nobiliari e di sicuro per la classe nei comportamenti, è stato anche un dirigente pieno di idee, soprattutto a Pesaro, anche fuori dal campo in anticipo sui tempi. Se nonostante tutto la pallacanestro è il secondo sport di squadra in Italia, per seguito popolare, il merito è di gente come lui.

Per fortuna soltanto sportiva la morte di Kyle Hines, che 38 anni, dopo 4 stagioni di Olimpia Milano, lascia la pallacanestro giocata. Quintessenza fisica e ideologica del centro undersized, Hines è stato una delle tante invenzioni di Andrea Trinchieri che nel 2008 alla fine del college lo convinse a giocare in LegaDue a Veroli, non proprio la località più conosciuta da un americano. Da lì, dopo mezzi discorsi con Charlotte Bobcats, Orlando Magic e New Orleans Pelicans, con qualche Summer League giocata, è partita la costruzione di una solidissima carriera europea, con 4 edizioni dell’Eurolega vinte (2 con l’Olympiacos e 2 con il CSKA Mosca) e tantissimo altro, compresi i 3 scudetti griffati Armani. Quanti americani giovani, anche non scelti al draft come non era stato scelto Hines per colpa del suo 1.98, nel 2024 sceglierebbero di essere protagonisti in Europa invece che ai margini della NBA o in D-League? Con quel talento molti meno rispetto al 2008, forse nessuno, salvo pentirsi intorno alla trentina di fronte alle bollette da pagare. 

A proposito di Europa, un mercato davvero scintillante ha portato in Eurolega uno che può diventarne la stella assoluta, cioè Evan Fournier, che a 32 anni e dopo 12 di NBA fatta sul serio gioca per la prima volta l’Eurolega. Oltretutto in una squadra che ha tutto per vincerla, visto che fra i nuovi ingaggi dell'Olympiacos ci sono anche il clamoroso ritorno di Vezenkov, dopo un anno ai Kings e la rescissione (per dirla all’italiana) con i Raptors, Tyler Dorsey, Vildoza e Keenan Evans (con asterisco sulle condizioni fisiche), da aggiungersi ad una realtà già fortissima, con i vari Milutinov, Walkup e Papanikolau. Essendo il pallone uno solo sarà interessantissimo l’impatto di Fournier in una pallacanestro europea vissuta da protagonista finora soltanto con la nazionale francese. Sarà lui, doppio argento olimpico (ma lo vediamo oro nel 3x3, per caratteristiche tecniche), il top o il flop della stagione di una Eurolega che in molti danno all’ultimo giro con questo assetto finanziario e politico. Certo è che i colpi non sono mancati, da Nebo all’Olimpia Milano a Clyburn alla Virtus Bologna, ma dopo Fournier e Vezenkov la medaglia di bronzo la daremmo a Wade Baldwin, passato dal Maccabi Tel Aviv al Fenerbahce di Melli e Devon Hall. Menzioni obbligatorie per Korkmaz e Calathes al Monaco, per il ritorno in Spagna di Serge Ibaka (al Real Madrid frequentato solo per due mesi di lockout), per l'esaltante Carlik Jones nel Partizan Belgrado rivoluzionato da Obradovic, per un Lorenzo Brown che ha perso più di qualche colpo ma che al Panathinaikos non deve certo giocare 40 minuti a partita.

stefano@indiscreto.net

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