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Italy v France Men's Basketball - Olympics: Day 11

SAITAMA, JAPAN - AUGUST 03: Danilo Gallinari #8 of Team Italy goes up for a shot against against France during the second half of a Men's Basketball Quarterfinal game on day eleven of the Tokyo 2020 Olympic Games at Saitama Super Arena on August 03, 2021 in Saitama, Japan. (Photo by Aris Messinis - Pool/Getty Images)© Getty Images

La Decision di Gallinari

Le opzioni di un campione quasi ex, Okeke a Cantù, il ciclo della Virtus e il ritorno di Ramondino

5 giorni fa

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La ‘decision’ di Danilo Gallinari non sarà attesa come quella di LeBron James nel 2010, ma potrebbe cambiare molte cose per la pallacanestro italiana anche se lui a 36 anni vuole giocarsi gli ultimi spiccioli di carriera da comprimario in una squadra NBA da titolo. Certo per firmare un contratto bisogna essere almeno in due… Sarebbe un grande colpo mediatico per Trapani che infatti ci sta pensando, un errore per la Virtus che di giocatori a rischio infortuni ne ha già tanti, un problema per l’Olimpia dove Messina non lo ama e dove in ogni caso sarebbe dovuto tornare prima: per strano che possa sembrare al tifoso occasionale, il Gallinari attuale avrebbe più minuti di qualità nella NBA che in Eurolega. Sullo sfondo la Nazionale, che Gallinari non ha abbandonato e con un Euro 2025 che dovrebbe essere il suo passo d’addio. Difficile che possa essere convocato dopo un anno di inattività, ma Pozzecco si ricorda bene che l’ultimo grave infortunio di Gallinari, quello che gli ha tolto l’agognato titolo NBA con I Celtics (che lo avrebbero vinto due stagioni dopo, ma senza quell'infortunio Gallinari non sarebbe stato inserito nell'operazione con gli Wizrads), è avvenuto con la maglia azzurra.

Leonardo Okeke riparte da Cantù, che a questo punto da favorita per la promozione diretta in Serie A diventa favoritissima, quasi un dream team fra Basile passaportato via Pozzecco e tutto il resto. Una notizia importante per la pallacanestro italiana, visto che si tratta di una delle sue poche grandi speranze, a livello di lunghi (è 2.13) forse l’unica. Certo è che fra infortuni, il peggiore di tutti a Badalona, comportamenti inaccettabili fuori dal campo (quelli che lo hanno fatto cacciare da Varese, ma non solo) e altro il ventunenne nato a Monza è già al nono club in carriera anche se di fatto a Tortona e Milano non ha mai giocato e nelle altre realtà ha comunque messo piede in campo pochissimo: non una bella referenza per un giocatore dal grande potenziale, ma non abbastanza grande da indurre Tortona e Milano a credere in lui quando lo controllavano.

Cosa sta succedendo alla Virtus Bologna? Con un primo azionista, al 55%, come Massimo Zanetti che è in fase di disimpegno non da oggi e un secondo come Carlo Gherardi, fra l’altro anche creditore del club, che forse sta giocando la partita per conto di qualcun altro. Intanto una squadra decisamente anziana e dall’infortunio facile, vedere Clyburn che starà fermo quasi tre mesi, viene tenuta insieme con la colla da Ivanovic, ma è chiaro che questo ciclo della Virtus è finito e che la pallacanestro italiana ha assolutamente bisogno di una nuova grande realtà, che per molti motivi non può essere Trapani (il sogno di Antonini è fare calcio e basket a Roma, sponda Lazio), che renda meno scontata l’assegnazione dello scudetto. Le coraggiose dimissioni di Banchi hanno comunque dato una scossa alla Virtus squadra, e in fondo non hanno danneggiato nemmeno Banchi che ha appena firmato con l’Efes: per lui quinta squadra di Eurolega in carriera.

Il ritorno in panchina di Marco Ramondino avviene in una situazione ambientale difficilissima come quella di Scafati, con un presidente squalificato sette mesi per i suoi attacchi agli arbitri e una squadra sbagliata, che né Nicola né Pilot hanno fatto funzionare in maniera decente. Difficile in ogni caso la retorica sull’allenatore che va lasciato lavorare, in una pallacanestro di precari, a volte di lusso ma più spesso no, a cui l’appassionato certo non si affeziona. Poi ci sono squadre che a forza di interventi di riparazione diventano dei Frankenstein e altre che invece con pochi soldi mettono una pezza agli errori commessi in estate: per la terza volta di fila ci sta riuscendo la Varese di Scola, ad esempio, che con la cessione (per parlare antico) di Mannion a Milano ha fatto un’operazione in cialtronese definibile win-win. Ma in generale la provvisorietà è la vera costante della Serie A e in misura minore ma significativa della A2. Detto questo, i segnali di vita di Napoli hanno riacceso la lotta salvezza.

stefano@indiscreto.net

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