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Gallinari in Porto Rico

Gallinari in Porto Rico

Dopo 16 anni di NBA il campione azzurro ha firmato per i Vaqueros di Bayamón e pensa di chiudere con gli Europei...

8 giorni fa

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Danilo Gallinari non terminerà la sua carriera nell’Olimpia Milano: la firma, davvero a sorpresa, per i Vaqueros de Bayamón non significa però che la chiuderà in Porto Rico. Lo sportivo italiano più pagato della storia, 205 milioni di dollari lordi solo di salari NBA dal 2008 al 2024, escludendo sponsor e altre entrate, torna a giocare per pochi soldi (nel campionato portoricano il salary cap è di circa 1,5 mlioni di dollari per squadra, cifra comunque non superata da Varese, Pistoia e Cremona in Serie A) ma tenendosi aperta per contratto la possibilità di accettare una chiamata NBA in qualsiasi momento. Se la NBA chiamerà, se la squadra farà i playoff, se Gallinari starà bene visto che non gioca dal preolimpico, curiosamente proprio in Porto Rico.

Troppi se, per il momento la certezza è che l’orizzonte di Gallinari è quello degli Europei, in un’Italia in cui ha vinto niente ma dato molto, compresa la possibilità di giocarsi il titolo NBA con i Celtics. Vanno in archivio, o rimangono nel cloud, le mille interviste sulla sua voglia di tornare nella squadra in cui si è fatto conoscere nel grande basket, entrando poi nella NBA a vent’anni e dalla porta principale, come scelta numero 6 assoluta del draft, chiamato dai Knicks ai tempi allenati da Mike D'Antoni, ex compagno di suo padre Vittorio proprio all'Olimpia. Interviste e dichiarazioni che a dire il vero erano quasi sparite negli ultimi tempi: nei suoi mille ribaltoni di mercato Messina non ha mai preso davvero in considerazione Gallinari, che di suo non sarebbe mai tornato in Italia per fare il comprimario, quale sarebbe stato per evidenti motivi fisici.

Meglio una realtà dignitosa come quella della pallacanestro portoricana, a tre ore di volo da Miami e dalla famiglia, in una squadra che è la più titolata del paese e che di fatto è diretta da Carlos Arroyo. La stagione regolare inizia a metà marzo, quindi è possibile che Gallinari in Porto Rico non giochi nemmeno una partita, ma anche se lo dovesse fare un eventuale fallimento (possibile, visto che in Porto Rico gli stranieri sono tre per squadra e devono quindi fare la differenza) passerebbe sotto silenzio e non pregiudicherebbe la sua chiusura in azzurro con Pozzecco. Visto il calendario, la sua convocazione in azzurro sarebbe semmai messa in discussione se i Vaqueros dovessero andare troppo bene, ma è presto per fare queste congetture.

Il bilancio sportivo, non quello finanziario, della carriera di Gallinari è quindi rimandato di qualche mese. Anche se i suoi numerosissimi hater, fra frequentatori di social network e addetti ai lavori, lo hanno già fatto. Senza peraltro spiegare perché 9 squadre (anche se nei Celtics è stato sempre fuori per l'infortunio in Italia-Georgia) NBA lo abbiano per 16 anni ricoperto di soldi. Certo Gallinari non ha vinto titoli NBA, ma come giocatore di riferimento dei Nuggets e importante altrove (anche nell'ottima stagione a OKC) ha fatto di più di chi li ha vinti da sventolatore di asciugamani: il becero discorso della bacheca è comunque sempre dietro l'angolo. Semmai colpisce che in quasi vent’anni di Nazionale non siano mai andati, lui e gli altri della generazione NBA, nemmeno vicino a una medaglia.

stefano@indiscreto.net

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