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Sette anni con DiVincenzo

Sette anni con DiVincenzo

Il passaportato per Eurobasket 2025, le donne di Petrucci, la pallacanestro di Sandro Galleani e il futuro di Garavaglia

4 giorni fa

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I discorsi su Donte DiVincenzo con la maglia dell’Italia non passano mai di moda e anche a questo giro si parlerà tanto della guardia ora ai T-Wolves, il miglior passaportato possibile fra quelli che potrebbero fare la differenza per Pozzecco a Eurobasket. In un’intervista a Walter Fuochi di Repubblica il commissario tecnico ha detto che “Stiamo lavorando, andrò a parlargli”, parole che si sono inserite in 'voci' (traduzione: veline) da ambienti FIP che stanno seminando ottimismo, generando un entusiasmo prematuro nei pochi, a meno che l'Auditel menta, tifosi della Nazionale. Prematuro per diversi motivi, primo fra tutti che DiVincenzo non ha ancora il passaporto italiano, senza dimenticare la base: l’anno scorso, con la prospettiva olimpica (poi sfumata in Porto Rico) DiVincenzo era stato possibilista, e a precisa domanda sulla maglia azzurra mai aveva detto di no, ma adesso che voglia può avere di giocarsi mezza estate per arrivare, se va benissimo, ai quarti di un Europeo? La questione del passaporto è anche in parte una colpa della FIP, visto che DiVincenzo è nel mirino dal 2018, cioè da quando diventò per la seconda volta campione NCAA con Villanova, e che ha tutti in requisiti per averlo: non siamo insomma al livello di tarocco di altre nazioni, con un minimo di impegno sarebbe possibile farglielo avere nella piena legalità. In altre parole, anche mettendo un asterisco gigante sulla volontà di DiVincenzo, la FIP ha dormito.  

Serbia, Lituania, Slovenia. Se parlassimo di pallacanestro maschile il sorteggio del girone dell’Italia a Eurobasket 2025 sarebbe proibitivo, ma fra le donne in teoria si può giocare e ci si può anche qualificare: Serbia nettamente più forte della nazionale di Capobianco, ma slovene inferiori e lituane addirittura molto inferiori. Insomma, arrivare seconde nel girone di Bologna a giugno e andare all’eliminazione diretta ad Atene sarebbe un bel risultato, ma non fantabasket per una squadra che ha uno scarso passato recente (ultimo Mondiale giocato nel 1994, ultima Olimpiade nel 1996, ultima medaglia europea nel 1995) ma forse un futuro anche se a livello giovanile, dove la concorrenza della pallavolo è sempre più forte, le ragazze vanno molto peggio dei ragazzi. Ma al di là di cosa faranno Villa e Zandalasini, bisogna giudicare l’era Petrucci dal fatto che meno del 15% dei tesserati sia di sesso femminile e che le tesserate italiane siano un decimo di quelle di Francia e Spagna. Il fallimento di una federazione è questo, non una medaglia in più o in meno.

La morte di Sandro Galleani, per quasi quarant’anni fisioterapista ma anche molto altro per la Pallacanestro Varese, dall’era della più grande squadra italiana di sempre al ridimensionamento con qualche exploit, come lo scudetto 1999, fino al vivere alla giornata del nuovo millennio che poi oggi è stato elevato a sistema non soltanto a Varese in un delirio di operazioni con giocatori di livello sempre più basso e sempre più provvisori. Personaggio fondamentale anche in decenni di Nazionale, con tutti i trionfi azzurri che si possano ricordare, dall’argento olimpico di Mosca a quello di Atene, passando per gli Europei 1983 e 1999, Galleani così come il fratello Terenzio diceva con la sua stessa presenza che l’identità non è un concetto astratto ma qualcosa che permette alla gente di affezionarsi. Oggi molti tifosi di Varese farebbero fatica a citare tutti i giocatori delle ultime stagioni, messi insieme da allenatori che raramente vanno oltre pochi mesi e mai oltre la stagione, ma Galleani sarà ricordato anche da chi non ha visto quella Varese, quella Italia. 

L'Olimpia Milano di Michele Catalani è arrivata alla finale della Next Gen 2025, perdendola contro l'INSEP, che per come è strutturata la federazione francese coincide in pratica con la nazionale. In ogni caso un bel risultato per i vari Lonati, Suigo e Garavaglia, quest'ultimo nel quintetto ideale della manifestazione. Ovviamente speriamo di veder crescere questi ragazzi nel campionato italiano ma la statistica non è dalla loro parte: forse il NIL, e quindi una carriera di fatto professionistica al college, innovazione vista come un mostro pericoloso da parte di chi ama il tran tran attuale, per questa generazione arriva al momento giusto.

stefano@indiscreto.net

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