Il presidente della Lazio Claudio Lotito ama recitare la parte del dirigente-macchietta, tra frasi in latinorum e proclami fatti apposta per titolisti pigri, consapevole del fatto che i veri dirigenti-macchietta siano altri (quelli che fanno da prestanome per terzi, tanto per dire) e del fatto che la sua Lazio sia tutt'altro che un miracolo ma una squadra costruita anche con acquisti 'veri', in controtendenza rispetto a gran parte del calcio italiano: Parolo, Djordjevic, Basta, De Vrij e Mauricio sono tutti costati, di solo cartellino, dai 5 milioni in su, e non sembrano carne da trading come sarebbero ad esempio in un'Udinese, ma parti di una squadra migliorabile, che comunque è arrivata alle soglie della Champions League, alla finale di Coppa Italia e a quella di Supercoppa, con tutto quel che ne consegue in termini di visibilità e incassi. Poi ci sono anche i colpi di fortuna alla Felipe Anderson, che comunque due anni fa non fu preso dalla strada ma da nazionale brasiliano Under 20, a premiare ciò che è stato messo in piedi con bravura. Alla fine il segreto di Lotito, che è l'uomo forte di FIGC e Lega con la benedizione di Galliani, è stato fin dall'inizio, dai tempi della spalmatura dei debiti fiscali (comunque scandalosa, con questo precedente ogni italiano in difficoltà dovrebbe averne diritto), semplicemente quello di considerare i giocatori di medio livello per quello che sono, facendo lo stesso discorso anche per gli allenatori (per lui Reja e Pioli valgono come Mourinho e Guardiola) chiarendo che quasi per tutti la Lazio è un punto di arrivo. Come il vicino di casa Pallotta detesta gli ultras, che giudica improduttivi sotto ogni profilo, soltanto che da italiano (e da romano) ci vuole molto più coraggio per smarcarsi da certe logiche: i fatti poi gli hanno dato ragione, anche senza ricordare la natura delle cordate messe in piedi da Chinaglia e da altri. Sorvoleremmo sulla qualifica autoassegnatasi di 'moralizzatore', perché si tratta pur sempre di un condannato per Calciopoli. Conclusione? Visto che il livello generale si è abbassato, perché nel calcio miliardario (anche con soldi finti) e dopato delle sette sorelle Lotito sarebbe arrivato... ottavo, arrivare in alto per chi ne capisce è diventato più facile. Con la prossima partita che sarà in Champions League e forse (sul piano personale) su un campo ancora più importante, se fra le mille ipotesi (non parliamo di calcio) sul tavolo Berlusconi sceglierà quella giusta.
Twitter @StefanoOlivari