La vendita del Milan a non si sa chi, concetto che varrà anche quando il nome sarà ufficializzato, ha subìto un'accelerazione improvvisa ma non certo perché il numero dei pretendenti sia aumentato o perché Bee Taechabol (il thailandese, per dirla alla Ferrero) fra qualche giorno incontrerà di nuovo Silvio Berlusconi. Vari gruppi di investitori, in particolare quello cinese coordinato da Richard Lee, stanno analizzando non tanto i bilanci (devastanti nella loro chiarezza) del Milan quanto le reali prospettive di sviluppo e di marketing, ma la fretta a questo punto sta diventando del venditore visto che il bilancio del 2014 si dovrebbe chiudere con un passivo di circa 60 milioni di euro e che con l'assetto attuale i soldi per mantenere questo Milan fuori dall'Europa e fuori da tutto dovrebbero essere messi dalla Fininvest. Se Berlusconi non fosse davvero interessato a tenere un piede dentro il club che possiede da 29 anni allora il favorito diventerebbe Bee, che secondo persone non lontane da Berlusconi sarebbe per una transizione veloce anche se utilizzando facce amate dai milanisti (scontato dire Paolo Maldini per la scrivania, pur con esperienze dirigenziali pari a zero, mentre a Bee l'allenatore piace esperto: più facile Prandelli di un Nesta che scalpita per rientrare, ma trovare un tecnico decente e disoccupato sarebbe davvero è l'ultimo dei problemi). Fra i tanti scenari, pensando anche ai blandi interessamenti di fondi americani e all'ipotesi solo da bar di Squinzi, quello di Lee sarebbe invece l'unico che potrebbe conservare un ruolo almeno di immagine per Silvio e Barbara, al di là dell'entità del pacchetto di minoranza. Dietrologia circolante a Milano: favorito Bee, perché consentirebbe a Berlusconi di chiamarsi ufficialmente fuori da tutto pur mantenendosi la possibilità di un riacquisto, mentre Bee ristruttura la società (senza Galliani...): quale altra situazione vi ricorda? Ovviamente Galliani tifa per lo status quo e per un Berlusconi che parli chiaro ai tifosi sgravandolo dalle contestazioni (anche se il problema non è mai stato che Galliani abbia speso poco), magari inventandosi una nuova filosofia tipo 'Il Milan dei giovani' che sarebbe senz'altro più digeribile da parte dei tifosi rispetto all'attuale accozzaglia di prestiti, trentenni, ex promesse, svincolati e favori fatti al procuratore amico del momento. Fino a un mese fa non avremmo scommesso sulla reale volontà di vendere, quando si parlava di una valutazione più che doppia rispetto al Real Madrid (!), ma adesso che con 500 milioni da pagarsi in varie scadenze si può portare via tutto l'operazione è diventata alla portata di molti. La speranza è sempre quella di scatenare un'asta, perché le Champions League e tutto il resto hanno consolidato un marchio mondiale che nessun Alex e nessun Destro possono rovinare, a meno che si continui a giocare per 10 anni con gli Alex e i Destro. Conclusione? È nella testa del volubile Berlusconi di questi ultimi mesi, ma tutto (compreso l'immobilismo assoluto sul mercato, anche per situazioni minime) sembra apparecchiato per salutare.
Twitter @StefanoOlivari