Ormai si dice 'Il Watford di Pozzo' come una volta si diceva 'Il Watford di Elton John', ma fra le due ere (il secondo ciclo del cantante, tuttora comunque coinvolto nelle vicende del club, è terminato nel 2002) sembra esserci un secolo e non soltanto 10 anni. Dopo tre anni di cura Pozzo (tecnicamente il proprietario non è Giampolo, ma il figlio Gino) il club ha conquistato quella promozione in Premier League già sfiorata con Zola in panchina (poi gli sarebbero succeduti Sannino, Oscar Garcia e McKinlay, fino ad arrivare a Jokanovic) e che fa automaticamente diventare un club che interessa in ogni angolo del mondo. Una promozione che da sola vale come minimo quasi 80 milioni di euro di diritti tivù (il mercato è diviso fra la Sky inglese e British Telecom), anche se per ipotesi la squadra dovesse fare pena nel prossimo campionato: sono cifre, da noi, da Juve-Inter-Milan. A questo punto Pozzo è a un bivio: cedere una società ormai diventata finanziariamente un gioiello o scommettere sulla sua permanenza nella massima serie inglese? Perché 'scommettere' significa fare un calciomercato non soltanto di parcheggi del giro Udinese-Granada, ma una squadra che guardi qualche stagione avanti quando i soli introiti televisivi e di marketing comune dei club inglesi dovrebbero secondo le stime più prudenti raddoppiare. In altre parole, spendendo con intelligenza una cinquantina di milioni adesso Pozzo si troverebbe servita sul piatto una squadra con a disposizione un fatturato da Champions League senza nemmeno doverla fare, la Champions League. Il confronto inevitabile non è quindi tanto con il cosiddetto 'paracadute' cioè con i soldi che il Watford prenderebbe in ogni caso anche se retrocedesse (più di 70 milioni totali, in tre tranche), ma banalmente con l'Udinese. Club che guadagna quasi soltanto con il trading e che non aspira (eufemismo) a qualificarsi per competizioni europee che porrebbero di fronte all'alternativa ingaggi più alti/figura meschina. Club che ha una media spettatori a partita di 8.507 (in serie A, ma con la zavorra dei lavori che hanno portato a un crollo del 40%) contro i 16.664 del Watford in Championship. Per non parlare dei diritti televisivi: per la stagione in corso l'Udinese incasserà sui 35 milioni, mentre il prossimo contratto essendo soltanto leggermente migliorativo non porterà di certo oltre i 40 milioni. Guardando soltanto ai numeri non ci sarebbero dubbi sul piano A, mentre quello B potrebbe essere più realistico: guardare come si mette con il Watford e in prospettiva fare sì che la squadra satellite diventi l'Udinese.
Twitter @StefanoOlivari