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I ragazzi di di G.B. Fabbri

Redazione

4 giugno 2015

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La morte di G.B. Fabbri è stata la morte di un uomo che ha allenato per quasi 40 anni e in ogni categoria del calcio italiano: per avere un'idea di quante cose abbia visto (le ha anche raccontate in un bel libro uscito poco tempo fa, 'Gibì, una vita di bel calcio'), pensiamo alla differenza fra il giocare nella Centese nella serie C del 1945 e allenare il Vicenza (Lanerossi Vicenza) neopromosso che contese lo scudetto alla Juventus nel campionato di serie A 1977-78. La sua carriera 'vera' si è chiusa negli anni Novanta da direttore tecnico della SPAL, che può essere considerata la vera squadra della sua vita, ma non c'è dubbio che il suo nome sarà per sempre legato al Vicenza di Giussy Farina presidente e di Paolo Rossi, che lui nel campionato di serie B 1976-77 trasformò da ala destra ad attaccante vero. Con buoni esiti... Ma se tutti ricordano la carriera, al tempo stesso fortunatissima e sfortunata, di Paolo Rossi, sono di meno le persone che ricordano che G.B. (Giovan Battista) pur senza avere lasciato una traccia nella storia tattica del calcio (fu però uno dei primi in Italia, insieme a Gigi Radice, a ispirarsi al modello olandese) ha avuto una solidissima carriera in provincia: quattro promozioni con quattro squadre diverse (Vicenza, Catanzaro, Piacenza e SPAL), mai la grande occasione in una metropoli (la città più grande in cui ha allenato è Bologna, fece bene ma poi fu sostituito dal più alla moda Maifredi) ma sempre il rispetto quasi unanime di colleghi e giocatori. È inutile negare che il suo capolavoro sia stato quel Vicenza, un miracolo anche con i parametri dell'epoca e con una fine assurdamente rapida (difficile spiegare tutto con la cessione di Filippi). Certo è che è facile guadagnarsi belle parole da morto, mentre meno facile è avere il rispetto degli altri allenatori. Piccolo e incompleto elenco di tecnici che si ritengono allievi di G.B. Fabbri, o perché hanno giocato per lui o perché a lui si sono ispirati: Capello, Reja, Mazzarri, Delneri, Ranieri, Delio Rossi. Quasi tutti, come del resto il suo giocatore più famoso, hanno mantenuto rapporti con il vecchio maestro quasi fino all'ultimo. [gallery link="file" columns="4" ids="25423,25424,25425,25426"] Twitter @StefanoOlivari

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