Silvio Berlusconi sta vendendo il Milan, ma lo sta vendendo veramente. Cioè oltre il 48% che in un primo tempo passerà alla cordata del thailandese Bee Teachaubol, il Mister Bee che alla fine, da puro broker (cioè mettendo insieme soldi di altri) è stato più concreto di chi giocava in proprio. La transizione sarà quindi morbida, perché per tutta la prossima stagione sportiva Berlusconi rimarrà il socio di maggioranza, fino a quando il Milan verrà collocato in una borsa asiatica e con pochi milioni di euro in più rispetto ai 480 di cui si parla per la quota di minoranza il gruppo Teachaubol si prenderà tutta la società. Non sarà quindi il miliardo di cui parlava Berlusconi, ma rimangono soldi notevolissimi se paragonati ai 300 milioni che capitalizza in Borsa la Juventus, con lo stadio di proprietà e una situazione complessiva molto migliore. Un'era gloriosa, con le cinque Champions League e tutto il resto (soprattutto campioni con una grande immagine internazionale), si chiuderà quindi nel 2016, esattamente trent'anni dopo l'acquisto-scippo che chiuse l'era Farina, probabilmente (difficile fare peggio) con risultati migliori rispetto a quelli di quest'anno, perché mettersi nelle mani del gruppo Doyen significa nel presente poter vivere al di sopra dei propri mezzi. La vera domanda è chi ci sia dietro a Mister Bee, oltre alla banca del Qatar e alla finanziaria cinese, ma dalla scelta dei manager si capirà in quale misura Berlusconi manterrà anche in futuro un piede dentro. Certo è che nel 2015-16 si vedrà sempre il 'vecchio' Milan, quello di Galliani (fino a quando Galliani accetterà questo lungo addio con sempre meno poteri), ma con la Doyen a fare le veci dei procuratori e mediatori di fiducia della casa. Insomma, una transizione morbida e nel presente magari qualche buona operazione di mercato. Asterisco finale, perché il comunicato della Fininvest parla chiaro: Berlusconi ha accettato di vendere ma non ha ancora venduto, perché ci saranno otto settimane di esclusiva per mettere a punto l'accordo di compravendita. Non siamo per i fatti separati dalle opinioni e quindi infliggiamo anche l'opinione: per Berlusconi è una onorevole e lucrosa uscita di scena, recuperando gran parte di quanto investito nel Milan, per l'Italia (con esclusione di chi si esalta per 'i mercati asiatici') invece una sconfitta.
Twitter @StefanoOlivari