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Europei a ventiquattro: più squadre piccole e meno pathos

Europei a ventiquattro: più squadre piccole e meno pathos

Redazione

15 giugno 2015

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“L’Europeo a ventiquattro squadre permetterà di qualificarsi a tante piccole nazionali”: lo abbiamo titolato, scritto e ripetuto sin dall’ufficializzazione di questa nuova formula. L’Uefa ha 54 nazionali. Se togliamo quelle minuscole (come San Marino, Andorra, Liechtenstein, Lussemburgo e Gibilterra), si qualificherà in Francia un team su due. Un po’ troppo. Tuttavia, non era previsto era l’exploit di molte medio-piccole, e qua poco c’entra la formula extra-large. Sarebbero state prime anche con l’Europeo a sedici. Allo stato delle cose, con le qualificazioni giunte alla sesta giornata su un totale di dieci, il pass esteso sembra un cuscinetto per le grandi che stanno faticando più che un premio per le piccole, capaci di farsi largo da sole (a parte l’Inghilterra e il Portogallo, non ci sono altre teste di serie in vetta ai propri gironi. Nel gruppo A, troviamo l’Islanda, nel B il Galles, nel C la Slovacchia, nel D la Polonia, nell’F la Romania, nel G l’Austria, nell’H la Croazia). Al momento, l’Olanda dovrebbe ricorrere agli spareggi, idem la Russia del sempre più malvisto Fabio Capello (fino a Euro 2012, occupando la terza casella della classifica, sarebbero state eliminate). Italia, Belgio, Spagna, Germania e Svezia si qualificherebbero come seconde, mentre fino a quattro anni fa, in tale posizione avrebbero dovuto disputare gli spareggi. Il problema dell’Euro a ventiquattro nazionali è poi un altro. La formula abbasserà vertiginosamente il pathos della fase a gironi, visto che passeranno anche quattro terze su sei (come avveniva ai Mondiali da Messico ‘86 a Usa ‘94) ed è fortemente antidemocratica, dal momento che agli ottavi di finale alcune prime affronteranno le terze, altre le seconde e in un paio di casi, due seconde si affronteranno tra loro. Il bello del torneo continentale era poi che già ai gironi trovavamo sfide tra grandi (rimanendo agli ultimi quindici anni, nel 2000 assistemmo a Inghilterra-Germania e Francia-Olanda, nel 2004 a Francia-Inghilterra e Olanda-Germania, nel 2008 a Italia-Francia, Italia-Olanda e Olanda-Italia, nel 2012 a Inghilterra-Francia, Germania-Portogallo, Germania-Olanda, Olanda-Portogallo): con il nuovo format, queste saranno inevitabilmente diluite. In precedenza, il torneo si era allargato o per eventi politici (dopo il crollo del comunismo, sono aumentate le nazioni) o in proporzione ai Mondiali (1960-1978: Mondiali a sedici, Europei a quattro squadre; 1980-1992: Mondiali a ventiquattro, Europei a otto; 1994-2014: Mondiali a trentadue, Europei a sedici). Estendere l’Europeo a ventiquattro squadre, senza un reale motivo, è stata una sciocchezza. Non l’unica di questi anni di “riforma michelplatiniana”, d’altronde: l’apoteosi resta l’introduzione della Nations League, che debutterà nel 2018. Ma anche l’Euro 2020 itinerante non scherza.

Giovanni Del Bianco

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