Esattamente dodici mesi fa l'Italia si stava preparando alla seconda partita del suo girone al Mondiale brasiliano, contro il Costarica, forte dei tre punti conquistati all'esordio contro l'Inghilterra. Vittoria per due a uno: Marchisio, pareggio di Sturridge e gol decisivo di Balotelli, che in quel momento sembrava avere davvero svoltato, da grande talento a fuoriclasse decisivo nelle poche partite che davvero fanno la storia del calcio. Quanto a Prandelli, sembrava avviato a un'ottima chiusura di un quadriennio di calcio propositivo aperto con la finale all'Europeo e proseguito con il terzo posto nella Confederations Cup. Inutile riassumere ciò che è scaduto dopo, lo sanno tutti. Arriviamo ai giorni nostri, con Prandelli che dopo la triste parentesi al Galatasaray si è rimesso, dichiaratamente, sul mercato in un momento molto strano per le panchine italiane, con nessun presidente che è soddisfatto al 100% dell'allenatore che ha sotto contratto (parentesi: alla Fiorentina la carica è ancora vacante...). Quanto a Balotelli, letteralmente scomparso a Liverpool per colpe in gran parte sue, in questo momento è più invendibile che incedibile (a meno di non regalarlo) ma visto che l'immagine ce l'ha, oltre ad un'età in cui si può ancora svoltare (24 anni e mezzo), può legittimamente entrare in qualsiasi trattativa di fantamercato. Fa comunque impressione questa ruota che gira: pensare che nella partita con il Costarica, l'inizio dei nostri guai (quella con l'Uruguay fu a suo modo eroica, per quanto mal giocata) ad un certo punto l'attacco era Cerci-Balotelli-Cassano fa impressione, anche se è chiaro che si vive e si scrive nel presente.
Twitter @StefanoOlivari