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In piena “campagna elettorale” Diego Armando Maradona cavalca il marciume della Fifa per presentarsi come uomo nuovo e denuncia a distanza di venticinque anni, che l’Argentina dovette perdere la finale dei Mondiali ‘90 contro la Germania Ovest. Glielo comunicò prima della partita di Roma il presidente argentino Grondona, capo della federazione albiceleste per trentacinque anni e deceduto lo scorso anno: «Grondona mi aveva detto che avremmo perso la finale e che ci saremmo dovuti consegnare. Io rifiutai gli dissi che avrei dato tutto per vincere. E inoltre, giuro sulle mie figlie, che Grondona non fece nulla per impedire che ci arbitrasse Codesal». Accusa sicuramente grave la prima, anche se forse giunta un pelino a scoppio ritardato. Viene da chiedersi infatti come mai il Pibe de Oro, al quale non è mai mancato il coraggio nelle esternazioni contro i vertici del calcio, abbia deciso solo oggi di denunciare quel fatto, certamente grave. Quanto all’arbitro, che Codesal non fosse uno stinco di santo, è assodato dalla sua biografia: il ginecologo messicano, per giunta di origini uruguaiane, fu radiato dalla federazione messicana subito dopo il Mondiale; motivo: corruzione. E pensare che ai Mondiali del 2002, disastrosi su tutta la linea per la classe arbitrale, lo ritroveremo nella commissione arbitrale...). Ad ogni modo, non spetta certamente al presidente federale di una delle due squadre impedire che un arbitro diriga una gara e anche in questo caso la denuncia di Maradona è fallace, a meno che gli argentini non sapessero già prima che Codesal fosse corrotto. La direzione di gara di quella finale del ‘90 fu un autentico scempio. Furono negati un rigore all’Argentina e uno alla Germania e ai tedeschi ne fu concesso uno nel finale di gara sin troppo generoso. Fu il penalty che decise la finale: Brehme segnò il gol e consegnò il titolo alla Germania Ovest, che si prese la rivincita sugli argentini. In modo ingiusto, trionfò la nazionale più forte e che si era battuta meglio durante il Mondiale (gli argentini avevano passato il girone come terzi e all’eliminazione diretta hanno battuto in modo discutibile il Brasile e pareggiato gli altri due incontri. In pratica, sono arrivati secondi vincendo solo due gare), così come vinse la squadra “giusta” nel 1986 (in quel caso furono i tedeschi ad arrampicarsi fino alla finale di Città del Messico con un pizzico di buona sorte).
Giovanni Del Bianco
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