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Capello e la Russia, c'eravamo tanto odiati

Capello e la Russia, c'eravamo tanto odiati

Redazione

24 giugno 2015

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Si attende solo l’ufficialità, ma Fabio Capello verrà esonerato dalla guida della nazionale russa. Beato lui, verrebbe da dire, lette le cifre della buonuscita che si aggirano sui ventidue milioni di euro; restano però l’ombra di un rapporto tra il Ct e la federazione mai decollato e un’impronta mai vista da parte del tecnico sul gioco della squadra. Del mandato dell’ex allenatore di Milan, Roma e Juve resteranno più le polemiche legate ai ritardi dei pagamenti (che hanno anche portato agli addii anticipati di Panucci e Neri). La sconfitta interna contro l’Austria nell’ultima tornata di gare di qualificazione a Euro 2016 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha convinto i vertici del calcio russo a privarsi del tecnico friulano, mai amato da stampa e critica, sia per lo stipendio faraonico (sette milioni di euro fino al 2018, anno del Mondiale casalingo) sia per gli scarsi risultati. Il Mondiale del 2014 è stato un fallimento e si è esaurito alla fase a gironi, dove i russi erano terminati nel morbido girone con Belgio, Corea del Sud e Algeria e ciononostante non sono riusciti a vincere neanche una partita. Tuttavia, quel Mondiale venne perdonato a Capello, visto che le mancate vittorie hanno (anche) il marchio degli erroracci del portiere Akinfeev, colpevole del gol preso con i coreani - un pallone innocuo sfuggitogli dalle mani - e di quello subito con l’Algeria nel match decisivo - un’uscita a farfalle. Dopo le brutte pagine scritte in Brasile, ci si attendeva una pronta ripresa nelle qualificazioni per gli Europei, ma ancora una volta i russi hanno deluso le aspettative: al momento sono terzi e per volare in Francia dovrebbero ricorrere agli spareggi. In classifica, la Russia è dietro all’Austria (con cui hanno perso due volte su due) e alla Svezia (1-1 esterno, ancora da disputare il ritorno, in quello che sarà l’ultima chiamata per riacciuffare la qualificazione diretta) e dopo sei match, ha raccolto un bottino mediocre: due vittorie, due pareggi (tra cui un 1-1 in casa con la Moldavia, dopo il quale il Ct venne chiamato a rapporto dal Ministro dell’Interno russo), due sconfitte. Troppo poco. La Russia, a tre anni dal proprio Mondiale, si ritrova così a dover ricominciare da zero un nuovo progetto tecnico, puntando questa volta su una scelta autarchica (il favorito pare Leonid Slutsky, tecnico del Cska Mosca). Peccato per Capello, sulla cui carriera, fantastica a livello di club, rimarranno le due macchie legate alle esperienze con le nazionali di Inghilterra e Russia, entrambe concluse con un piazzamento deludente ai Mondiali (in Sudafrica con gli inglesi uscì agli ottavi di finale) e un addio consumato prima del secondo torneo (dimissioni nel caso inglese, esonero in quello russo). Ma obiettivamente i risultati portati alla causa non erano degni del terzo allenatore più pagato al mondo.

Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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