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Italia 90, 25 anni fa Caniggia beffò Zenga

Redazione

3 luglio 2015

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La fine delle notti magiche. Il sogno azzurro interrotto a un passo dalla finale di Roma. Il 3 luglio del 1990, esattamente un quarto di secolo fa, terminava la rincorsa alla quarta stella della nazionale di Azeglio Vicini, che al San Paolo di Napoli si arrese all’Argentina di Maradona. L’Italia intera era convinta di alzare la Coppa: la nazionale giocava bene, godeva del fattore campo e all’appuntamento in semifinale si presentava senza neppure un gol subito. La difesa era ben salda e in attacco c’era la forma di Salvatore Schillaci, esploso al momento propizio e capocannoniere del torneo. 1-0 all’Austria (Schillaci), 1-0 agli Usa (Giannini), 2-0 alla Cecoslovacchia (Schillaci e Baggio), 2-0 all’Uruguay (Schillaci e Serena), 1-0 all’Irlanda (Schillaci): questa la rotta d’avvicinamento degli Azzurri alla partita contro la Seleccion di Bilardo. Più incerto il cammino dell’Albiceleste campione in carica: clamoroso 0-1 con il Camerun all’esordio, 2-0 all’Urss (Troglio e Burruchaga), 1-1 con la Romania (Monzon), sofferto 1-0 al Brasile (con la Seleçao che ha denunciato gli argentini, rei di aver corretto una bottiglietta di Gatorade con un sedativo!), 0-0 con la Jugoslavia (vittoria ai rigori).

L’andamento del match. Per il quinto Mondiale consecutivo, si incrociano i destini di Italia e Argentina. Questa volta però, c’è in palio l’accesso alla finale. Teatro della sfida, il San Paolo di Napoli, dove Maradona ha appena festeggiato la conquista del secondo scudetto. Alla vigilia del match, El Pibe de Oro chiede ai tifosi napoletani di tifare per lui, agitando il pre-partita. Al 17’, Bergomi e compagni passano in vantaggio: un tiro di Vialli, preferito a Baggio, non viene bloccato dal portiere Goycochea: sul pallone si piomba Schillaci, che sblocca il risultato e porta a cinque le sue marcature nel Mondiale. Lungo tutto lo Stivale si festeggia e s'intravede la finale, ma il brusco risveglio è dietro l'angolo: al 68’, Olarticoechea crossa in area, il portiere azzurro Walter Zenga sbaglia il tempo dell’uscita, rimanendo a metà tra porta e pallone e Claudio Caniggia, spietato, sfrutta la chance trafiggendo di testa il nostro estremo difensore, che non subiva gol da 518 minuti (un record per i Mondiali). Si spezza l’incanto e l’undici di Vicini si fa prendere dalla tensione, non riuscendo più a costruire pericolose trame di gioco, nemmeno con gli ingressi di Baggio per Giannini e di Serena per Vialli. Si va ai supplementari, dove l’arbitro francese Vautrot prende un abbaglio assegnando otto minuti di recupero nel primo tempo. In questo lasso di tempo extra espelle l’argentino Giusti, ma nemmeno il "rosso" serve a risvegliare l’Italia dal torpore in cui è improvvisamente piombata. I rigori. Si arriva ai calci di rigore, accettati quasi con rassegnazione dopo il pari di Caniggia. Dagli undici metri, segnano in sequenza Baresi, Serrizuela, Baggio, Burruchaga, De Agostini e Olarticoechea. Sul 3-3, si consuma il primo errore della serie, quello di Donadoni: la sua conclusione è respinta da Goycochea; Maradona trasforma il quarto penalty argentino, dando ad Aldo Serena tutto il peso dell'ultimo tiro: l’errore del nerazzurro (altra parata di Goycochea), sancisce un’amara eliminazione e promuove l’Argentina, attesa in finale da una tra Germania Ovest e Inghilterra, squadre affrontate e battute a Messico '86. Le “notti magiche inseguendo un gol” terminano in lacrime, e il l’estate calcistica va in archivio col silenzio irreale piombato su tutta la Penisola. Il giorno dopo l'eliminazione si ha l’impressione di un post-sbornia e la gente comincia a realizzare che la festa è realmente finita, che quell'uscita a vuoto di Zenga è veramente accaduta e che il Mondiale casalingo non avrebbe avuto la coda da tutti sognata. In pratica, su quella rete di Caniggia e su quei calci di rigore, si chiudono gli anni Ottanta del nostro calcio. Appena un mese prima avevamo conquistato la Coppa dei Campioni (Milan), la Coppa delle Coppe (Samp) e la Coppa Uefa (Juventus, vincitrice sulla Fiorentina). È mancata la ciliegina finale, sfumata dal dischetto. E purtroppo per l’Italia, i rigori daranno altre delusioni per tutto il decennio entrante. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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