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La Grecia di Charisteas prima di quella di Tsipras

La Grecia di Charisteas prima di quella di Tsipras

Redazione

6 luglio 2015

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Il referendum di ieri ha portato all’onore delle cronache la Grecia, che si è espressa con un netto “no” al quesito: “Dev’essere accettato il piano di accordo presentato da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale?”. Un messaggio forte e chiaro rivolto da Tsipras e dal popolo greco all’Unione Europea e ad Angela Merkel. La notizia ci dà l’aggancio per ricordare un altro schiaffo dato dalla Grecia all’Europa, ma capitato nel più modesto ambito calcistico. Parliamo ovviamente del grande successo degli Europei del 2004, quando la formazione ellenica trionfò contro ogni pronostico, inaugurando un’estate di festa destinata a proseguire con i Giochi Olimpici di Atene. Nessuno aveva ipotizzato alla vigilia del torneo un simile epilogo. In precedenza, la nazionale biancoblù nelle rare apparizioni alle grandi rassegne, non era mai riuscita a vincere, segnando solo un gol nel lontano Euro ‘80. Considerata dalla critica come una delle selezioni più deboli, la Grecia - guidata per ironia della sorte da un tedesco, Otto Rehhagel - mise in fila una serie di vittorie che prima le fece passare il girone, eliminare i detentori della Francia, estromettere i favoriti della Repubblica Ceca nell’unico silver gol della storia dei più grandi tornei per nazionali (arrivò all’ultimo assalto del primo tempo supplementare e quindi in pratica, fu un golden gol) e infine superare nella finalissima di Lisbona il Portogallo padrone di casa e già battuto nella gara d’esordio. Un percorso esaltante per un Paese appassionato di calcio ma dalla tutt’altro che gloriosa tradizione calcistica. Il bomber della squadra fu Angelos Charisteas, autore di tre reti: una alla Spagna nei gironi, che complicò il cammino delle Furie Rosse, destinate a una precoce eliminazione; uno alla Francia, in un quarto terminato con un imprevedibile 1-0; e infine, il gol che ha deciso la finale del Da Luz. Oltre al ventiquattrenne attaccante del Werder Brema, in quella Grecia militavano poi alcuni giocatori scarsamente considerati nel nostro campionato, come Dellas, Karagounis e Vryzas, nessuno di questi titolare di Roma, Inter e Fiorentina. Altri elementi chiave erano poi il centrocampista Katsouranis, il capitano Zagorakis, futuro acquisto dal Bologna, il portiere Nikopolidis e il terzino Seitaridis. Fu un’epopea incredibile, una delle più grandi sorprese della storia del calcio, persino più impensabile del successo della Danimarca nel 1992. Un risultato che sconvolse l’Europa, undici anni prima del referendum di Tsipras.

Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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