Il guerriero ripone le consumate armi sotto la Mole, ritiene il momento propizio per il ritorno in Germania. È arrivato il momento dei saluti, il rapporto tra Arturo Vidal e la Juventus volgerà ufficialmente al capolinea già nei prossimi giorni - al superamento delle visite mediche - dopo una passione lunga quattro anni e fomentata dai numerosi successi. Svuotato l'armadietto e riempita la valigia, il cileno attende l'imbarco, sarà un nuovo giocatore del Bayern Monaco di Guardiola. Un affare da 40 milioni, 37 più bonus.
Contratto in scadenza nel 2017, ultima stagione non all'altezza delle precedenti anche perché spesso schierato fuori ruolo, 28 primavere e rischio svalutazione negli anni a venire. Al di là di ogni irrazionale discorso di cuore, c'è da sottolineare l'acume della dirigenza bianconera. È stata chiaramente una scelta impopolare, ma le regole non scritte della finanza calcistica non conoscono né sentono le ragioni dell'anima. La cessione di Vidal regala ancora più energia al già tortuoso sentiero che la Juventus ha imboccato con gli addii di Pirlo e Tevez, con quest'ultimo che è l'unico da considerare veramente insostituibile. Marotta e Agnelli hanno avuto il coraggio di fare quello che gli altri non avevano fatto, mandando a quel paese il discutibile motto boskoviano "squadra che vince non si cambia" e operando con lungimiranza nelle operazioni Dybala ('93), Rugani ('94) e Vadalà (addirittura '97). Il non velatissimo riferimento è all'Inter del Triplete.
Poi non si capisce il motivo per il quale si debba trattenere un giocatore contro la sua - più o meno presunta - volontà. È il Bayern Monaco che vuole Vidal o è anche Vidal che vuole il Bayern Monaco? Una storia, solitamente, nasce dall'accordo tra due persone e le motivazioni, nel calcio quanto nella vita, si trovano all'apice della piramide umana. L'assegno che andrà a rimpinguare le casse della società dei campioni d'Italia verrà ridistribuito finalmente sull'acquisto pesante. Tanti i nomi fatti negli ultimi giorni, forse troppi. Quello più vicino sarebbe Götze, il campioncino che ha regalato la gioia mondiale alla Germania nella notte di Rio, quello più indicato Isco. E qualcuno, nella gerarchia dei 10, tiri in mezzo anche Pastore, di ritorno dalla brillante esperienza di Copa América. Altro punto di domanda. Siamo sicuri che il trequartista sia la priorità necessaria? Se l'obiettivo è sostituire Vidal, si trovi un altro Vidal. Qui non si parla di nessun ruolo, si parla di carisma, di capacità nella gestione delle due fasi, di intelligenza, di forza fisica e di tutte le altre qualità che hanno portato il cileno alle luci della ribalta.
@damorirne