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Ibrahimovic al Milan: perché sì, perché no

Ibrahimovic al Milan: perché sì, perché no

Redazione

23 luglio 2015

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Zlatan Ibrahimovic è senz'altro uno dei pezzi più pregiati di questo calciomercato: il tira e molla tra lo svedese e il club rossonero sta continuando ad oltranza, alimentando i sogni dei tifosi e le indiscrezioni dei media. Andiamo ad analizzare se il top player voluto dal presidente, che scalda ancora i cuori dei tifosi, potrebbe rivelarsi una buona trattativa per il Milan oppure un'operazione-amarcord da cui sarebbe meglio prendere le distanze e premere semplicemente replay nel dvd dei ricordi. Intanto è bene fare una premessa: qui stiamo parlando di un campione vero, di un re Mida di trofei, capace di passare continuamente da una squadra all'altra lasciando pesantemente il segno e insaccando grappoli di gol. Faro della nazionale svedese, leader in campo, capace di fare reparto da solo. Famoso a questo proposito lo schema "palla ad Ibra e gol". Gli unici nei della sua carriera sono stati il trasferimento al Barça, squadra che giocava un tipo di calcio poco adatto alle caratteristiche dell'attaccante (mise comunque a segno 16 gol in 29 gare) e il rendimento non brillante in Champions League. Uno come Zlatan nel Milan sposterebbe ancora gli equilibri, formando sulla carta accanto a Carlos Bacca o Luiz Adriano un reparto offensivo molto prolifico. È difficile però che le tre "bocche da fuoco" possano coesistere contemporaneamente in campo nel 4-3-1-2 di Mihajlovic, con ad esempio Ibra sacrificato in un ruolo, quello del trequartista, che proprio non gli appartiene. Gli aspetti negativi dell'acquisto dello svedese sono principalmente di natura anagrafica ed economica. Se il Milan infatti afferma di voler puntare sui giovani e di costruire una squadra anche per il futuro, non può decidere di ingaggiare il quasi trentaquattrenne giocatore del PSG. In più il costo complessivo dell'operazione si aggirerebbe sui 50 milioni: 6 milioni di euro per il cartellino, 7 milioni netti d'ingaggio all'anno per le prossime tre stagioni (42 milioni lordi) e altri 2 milioni di commissioni al suo agente Mino Raiola. È vero che con l'ingresso di Mr. Bee in società il Diavolo ha potuto ricominciare a spendere, ma non per questo può sperperare il budget. Forse sarebbe meglio utilizzare quella cifra per un baby campione. Quanto a Zlatan: «Il mio futuro è nelle mani di Mino Raiola». Una frase che può prestarsi a varie letture. Sicuramente, la permanenza a Parigi non è garantita. Irene Delfino

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