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Juventus e Giraudo, l'ora del risarcimento

Juventus e Giraudo, l'ora del risarcimento

Redazione

29 luglio 2015

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Pensavamo che Calciopoli fosse ormai soltanto un facile espediente per aumentare le pagine viste, facendo salire il sangue alla testa a juventini e anti-juventini soltanto a schiacciare il tasto Invio (è anche un'autodenuncia, del resto il web è questo), ma le motivazioni con cui la Cassazione ha spiegato la prescrizione per Antonio Giraudo (altro binario per Moggi, che non aveva chiesto il rito abbreviato, ma che comunque in via ordinaria verrà giudicato dagli stessi giudici) ci hanno fatto ricredere. Motivazioni anticipate dall'Ansa, tanto per rendere merito ai pochi ormai in grado di trovare notizie. Se l'ex amministratore delegato della Juventus dal 1994 al 2006, nel recente passato (passato?) ascoltato consigliere di Andrea Agnelli (del resto era un uomo di suo suo padre Umberto, a dispetto del supertifo granata) e sempre sportivamente radiato, non rischia più il carcere ammesso che l'abbia mai rischiato, non si può dire la stessa cosa degli effetti civili di quanto accaduto. In pratica la Cassazione ribadisce la presenza dell'associazione a delinquere ravvisata dalla Corte d'Appello per quanto riguarda la stagione 2004-2005, ma dal punto di vista penale la colloca in prescrizione pur ricordandone i passaggi chiave: dalle schede svizzere a tutto il resto che in quasi dieci anni abbiamo imparato a memoria. Invece di riciclare la storia pensiamo però al presente, che significa che il Bologna e Gazzoni chiederanno un cospicuo risarcimento ai gestori di un sistema che li ha buttati in in serie B con conseguenti danni finanziari e di immagine. 120 milioni? Quando si parla di risarcimenti ognuno spara la sua cifra (questa l'abbiamo ascoltata da persone con voce in capitolo, però), ma il punto è anche a chi chiederli: soltanto a Giraudo ed eventualmente in futuro a Moggi? O anche alla Juventus? Perché a questo punto potrebbe inserirsi la FIGC di Tavecchio, con l'obbiettivo di liberarsi di un peso. Rimane sempre pendente infatti la richiesta di risarcimento di 444 milioni fatta dalla Juventus nei confronti della federazione, anche se Tavecchio non c'entra. Ed infatti è proprio questo il punto: i danni per queste vecchie vicende sono di ieri, ma i benefici potrebbero essere per l'oggi visto che una richiesta di questo tipo ha zero possibilità di essere accolta ma è un'arma politico-sportiva per le partite di oggi. Quella televisiva, per dirne una: Tavecchio, che con Agnelli ha peraltro un discreto rapporto, è espressione dell'asse Galliani-Lotito-Preziosi e peones pro Mediaset e pro Infront, con appoggio esterno di Inter e Napoli. La Juventus è invece con la Roma e pochi altri all'opposizione, sostenuta da Sky che grottescamente ha perso la Champions League, a favore di Mediaset, dove proprio la Juventus rimane fra le favorite. Ma anche quella organizzativa, per andare verso una serie A di elìte magari con i playoff, lasciando al proprio destino tutto ciò che è federale a prescindere da Tavecchio o dal suo successore. Tornando ai risarcimenti, non può sfuggire l'assordante silenzio delle televisioni, Sky in testa e Mediaset Premium (iniziò a trasmettere la serie A proprio nel 2005) a seguire. Che hanno trasmesso, senza colpa ma l'hanno trasmesso e fatto pagare, un campionato finto come il wrestling e dovrebbero risarcire gli abbonati con soldi a loro volta chiesti a chi questo campionato ha truccato. Mentre per quanto riguarda le società, qualche milione fuori tempo massimo potrebbe entrare nelle tasche di Brescia, Atalanta e Lecce, uscendo da quelle di Fiorentina e Lazio. La nostra modesta previsione è che tutto si risolverà con qualche briciola al Bologna e un 'siamo tutti sulla stessa barca' per il resto, con promesse e accordi sottobanco di cui non sapremo mai nulla. Twitter @StefanoOlivari

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