Al di là del fatto che l'abbia chiesta lui o del prestigio che da sempre la contraddistingue, quel che rende ancora più notizia la scelta di Pogba di indossare la maglia numero 10 della Juventus è il background di significati venutosi a creare. Un ragionamento lucido ma scarno di logiche emotive porterebbe a pensare che quella dei bianconeri sia stata la decisione più ponderata sotto il profilo del marketing e del merchandising. E lo è. Chi meglio del francese? Non si arriverà a quelle cifre, ma viene subito in mente il paragone con il diez del Real Madrid, James Rodriguez, la cui maglietta - a tre giorni dall'arrivo nella capitale spagnola - raggiunse le 350.000 vendite. I tifosi, come al solito, si dividono perché vivono nella nostalgia dei bei tempi andati, quelli di Del Piero per intenderci. Il noto, il conosciuto non fa paura, ecco un altro motivo che premia la preferenza data a Pogba. Nel 2013, quando la indossò Tevez dopo 12 mesi di carica vacante, gli umori furono altalenanti anche se all'Apache bastarono 30 secondi di Serie A per far cambiare idea. Il polpo gioca ormai su livelli planetari, con miglioramenti tangibili dalle 8 alle 20 del giorno stesso. Se la regola - non scritta - vuole che la 10 venga data al fenomeno, a prescindere dalla posizione in campo, tutto appare ancora più limpido. Altro capitolo, probabilmente quello che maggiormente s'è prestato alla discussione. A meno di cataclismi - ma questa è un'opinione personale e confutabile - Pogba sarà un giocatore della Juventus anche nella stagione 2016-2017. Una così pregiata concessione a un ragazzo che cederai dopo un anno? No, sarebbe troppo riduttivo. Il Barcellona può attendere ancora per un po'. Risolviamo un altro rompicapo. Il numero di maglia non è sinonimo di chiusura del mercato. Macché addio al trequartista, se arriva bene, se non arriva stop. Ma non sarà per "colpa" del francese che, quanto mai, ha dimostrato di poter legittimare un simile patrimonio.
@damorirne