A due giorni dalla trasmissione di Juventus-Lazio è incredibile che a scusarsi con i telespettatori e i tifosi delle due squadre sia stata soltanto la RAI, addirittura a partita in corso e senza nemmeno avere grandi colpe. Quello che è andato in onda l'hanno visto tutti: qualità delle immagini pessima (fin qui uno può avere pensato al solito prodotto RAI, si pensi a come viene trattato il basket, che sembra uscito dagli anni Sessanta), replay mandati in onda spesso a caso, audio di fondo pessimo, inquadrature al di sotto del dilettantismo, il cronometro in sovrimpressione non sincronizzato con quello dell'arbitro. Prima di iniziare il tiro alla RAI e la retorica sul canone, fatta spesso da chi non lo ha mai pagato, bisogna dire che la RAI c'entra pochissimo: magari avrebbe potuto accorgersi per tempo della scandalosa qualità del servizio, ma poco avrebbe potuto fare contro un'operazione che la Lega del sempre silente Beretta (adesso sarà in ferie, ma non è che a giugno o a ottobre brilli per la nettezza delle posizioni) ha appaltato alla cinese UVS, che si è occupata di tutto: pagare le squadre (1,5 milioni di euro a testa, da aggiungersi al quasi mezzo milione di quota del contratto RAI), organizzare la loro logistica in Cina e il viaggio, ma soprattutto gestire le questioni televisive. E questa UVS lo ha fatto dando il cerino acceso in mano a Shangai Tv, come se la NBA per la prossima amichevole dei Boston Celtics a Milano appaltasse la regia a Telelombardia senza verificare gli standard produttivi. Sul banco degli accusati va messa anche la Infront di Bogarelli (in Italia, nel mondo di Blatter nipote), advisor televisivo della Lega e vero padrone del calcio italiano in virtù del miliardo annuale che assicura alla serie A, che se non si è posta il problema prima ha dato prova di scarsezza (non solo dei calciatori e dei giornalisti si possono criticare le prestazioni, però da noi i manager sono sempre per definizione grandi manager), mentre se se lo è posto si può pensare anche di peggio. In Cina potrebbero darci lezioni di tecnologia, anche se non democrazia, come provano le immagini di tutte le amichevoli con club italiani trasmesse, quando si dice il caso, da Mediaset. Altra casualità: con tutto il rispetto per la Lazio, fra quelle in campo la squadra che trainava l'ascolto era la Juventus, uno dei pochi club insieme alla Roma che si oppone al legame Lega-Infront. E quindi? Quando la serie A tornerà padrona del proprio destino, massimizzando i propri profitti senza ricorrere a consulenti (in un mercato televisivo pay composto da tre aziende e in uno free da poche di più), sarà sempre troppo tardi.
Twitter @StefanoOlivari