Non vincerà nessun Pallone d'Oro, ancor meno il Nobel per la Fisica. Mario Balotelli è reduce dalla sua peggior stagione in carriera e adesso tenta il rilancio - sarà l'ultima spiaggia - al Milan. Non il massimo per un ragazzo di 25 anni, trattato alla stregua di un quarantenne a fine corsa. Amelia, ex compagno di squadra di Super Mario in rossonero, gli propone di giocare per la sua società, la Lupa Castelli Romani, in Lega Pro mentre Zola gli consiglia di intraprendere l'avventura in Qatar. Ma lui, di questo teatrino e della continua crisi sul campo da gioco, sembra non curarsene e si accontenta di postare con una frequenza da fashion blogger dei contenuti - spesso altamente discutibili - su Instagram, ormai diventato il rifugio preferito. Come la foto in cui viene ritratto con un fucile in mano puntato verso l'obiettivo con scritto: «Un bacio a tutti quelli che mi odiano», poi saggiamente - sotto consiglio di qualcuno - cancellata. Dalle 'cassanate' alle 'balotellate', con la differenza sostanziale che il doriano risponde all'appello quando c'è da dimostrare serietà in campo. La rissa in allenamento con Mancini, la visita al carcere femminile di Brescia senza autorizzazione, l'incendio a casa causato dal lancio di petardi, la risposta 'Perché io posso' da gangster consumato data agli agenti di polizia che lo avevano fermato con circa 30 mila euro in contanti sul sedile del passeggero, la nuova passione del quad - dove andare a correre se non nel giardino della propria villa? -, le freccette tirate ai giocatori delle giovanili del City e tanto, tanto altro. Non è facile entrare nella testa di Mario Balotelli. Ci si poteva provare in passato, coprendo parzialmente i misfatti con la scusa della "tenera" età. Ma oggi no, non ci sono più scuse. L'epoca del bad boy è finita, ha 25 anni, e non si può continuare a parlarne sempre per le solite bravate. Non vogliamo che Mario diventi uno dei maggiori rimpianti del calcio italiano, le occasioni le ha avute e non le ha sfruttate. Questa è davvero l'ultima, si fa il tifo per lui. Ma se dovesse fallire - per scarso impegno e poca serietà -, beh Super Mario, arrivederci e grazie. E non sarà stato un piacere, perché noi credevamo in te quando ancora avevi tutta la vita davanti, da disegnare con tante virtù e pochi vizi. E tu sarai stato un fesso, perché potenzialmente eri e sei ancora una bestia, calcisticamente parlando. Ora a lavoro.
@damorirne