Talento calcistico superiore alla media, movimenti eleganti, aspetto da fotomodello, orgoglio basco. Questa è la miscela incarnata da Julen Guerrero, uno dei migliori centrocampisti spagnoli della seconda metà degli anni Novanta. Il suo precoce successo con la maglia dell'Athletic Bilbao ha avuto come contraltare un altrettanto rapido declino, amaro anche per la sua folta schiera di sostenitori.
Julen Guerrero López nasce a Portugalete (vicino Bilbao, Spagna) il 7 gennaio 1974. La maglia rojiblanca dell'Athletic Bilbao viene indossata per la prima volta a soli otto anni, quando entra nel settore giovanile del club. L'esordio in prima squadra e nella Liga avviene dieci anni più tardi, precisamente il 6 settembre 1992 contro il Cadice, grazie alla fiducia conferitagli da Jupp Heynckes. Immediatamente si capisce che il biondo centrocampista non riscuote consensi solo nel mondo femminile, ma anche e soprattutto tra gli addetti ai lavori. Già nella prima stagione, condita da dieci reti, mette le cose in chiaro su chi sia il più forte emergente del calcio spagnolo. Addirittura nel gennaio 1993, quando ha ancora diciannove anni e poche presenze da professionista, il C.T. spagnolo Javier Clemente lo chiama nella Nazionale maggiore per la gara d'esordio con il Messico. Le primissime annate si rivelano di fatto le migliori dell'intera carriera, che lo consacrano prima Miglior Giovane e poi Miglior Giocatore spagnolo dell'anno. Nella Liga 1993-94 infatti realizza il suo miglior score, diciotto reti, e corona il brillante momento con la partecipazione al Mondiale negli Stati Uniti. Anche l'ottima stagione seguente fa sì che Guerrero entri stabilmente tra i giocatori più seguiti dai migliori club europei: ma il campione di Portugalete non cederà mai alle lusinghe delle altre squadre giurando fedeltà all'Athletic. A testimonianza di ciò, il rifiuto di un contratto in bianco offertogli dal Real Madrid e la firma di un prolungamento con i biancorossi di ben dodici anni. Nessuno può immaginare che la parabola di Julen abbia già toccato il punto più alto. Con la Nazionale disputa Euro '96 ed il suo secondo Mondiale due anni più tardi, totalizzando 41 apparizioni internazionali con 13 reti all'attivo. Ma ha già perso lo smalto, sembra la copia opaca del talento predestinato che solo una manciata di stagioni prima aveva stupito tutti. Trova sempre meno spazio in squadra, un'involuzione tecnica lo porta sempre più spesso in panchina. L'avventura in campo si chiude nel 2006, quando Julen Guerrero ha solo 32 anni e decide di smettere dopo 14 stagioni farcite da 372 presenze e 101 reti in gare ufficiali. Continua a Bilbao come allenatore del vivaio, passando poi al Malaga (dove risiede e cura una scuola calcio) come direttore tecnico delle giovanili del club. Collabora inoltre come commentatore televisivo per TVE in occasione degli incontri della Nazionale e milita nella Liga indoor insieme ad altri ex calciatori dell'Athletic.
Fabio Ornano
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