La faraonica campagna acquisti del Carpi - sulla carta da quinto o sesto posto - non ha sortito gli effetti sperati. Da un calendario così benevolo (Samp, Inter, Palermo, Fiorentina, Napoli e Roma) ci si aspettava giustamente qualcosa in più, tipo una tripletta di Gagliolo all'Olimpico o una laurea honoris causa all'ottimo Letizia che nella sfida contro la squadra di Sarri aveva provato a fermare l'idrante con una robustissima pettorina. Fabrizio Castori è la prima vittima di quell'espressione talmente brutta da entrare di diritto nel gergo giornalistico italiano, il "valzer delle panchine". Il demerito di aver regalato agli emiliani la storica promozione in Serie A con quattro giornate d'anticipo evidentemente non era stato visto di buon occhio dalla dirigenza. Solo la mente di un folle avrebbe potuto partorire una sceneggiatura del genere, portando a termine i giochi un mese prima della fine del campionato di categoria. Dimostrazione lampante di quanto in questo sport contino soltanto i risultati, che strapazzano e annidano nella tela del freddo materialismo anche le ultime stupende storie che il calcio di provincia sputa nel piatto delle grandi. Non si sta difendendo Castori, si sta criticando un esonero che probabilmente è arrivato prima del dovuto. Il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, due anni fa, aveva cominciato malissimo, con quattro sconfitte consecutive - compreso lo 0-7 casalingo contro l'Inter - e due punti nelle prime sette giornate, per poi (da aggiungere la parentesi Malesani) salvarsi in maniera dignitosa. Cosa avrebbe dovuto fare Castori, che adesso ha tutto il diritto di lasciarsi andare a uno sfogo mazzarriano? La questione dello stadio, settantaquattro discretissimi acquisti messi per caso a fare i titolari, l'addio di Giuntoli. L'allenatore è perennemente il capro espiatorio, senza possibilità di dimenarsi e prendere le misure in una realtà che è ancora troppo grande per la società, questo però non vuol dire che il Carpi non possa stare nella massima serie. Ora Sannino ha il compito di eseguire gli obiettivi prefissati a inizio stagione: qualificazione alla prossima Europa League, l'Intertoto non c'è più, vittorie contro Milan, Juventus e Lazio. Perché quelle - più o meno - sono rimaste da affrontare, il lavoro sporco è andato tutto a Castori. Che probabilmente tra un mese o due tornerà. E nel frattempo è uscito di scena in modo elegantissimo: «Voglio ringraziare i meravigliosi tifosi che in questi mesi mi hanno dato tutto il loro sostegno incondizionato, i miei collaboratori, professionisti di primo ordine nel panorama calcistico e quel manipolo di fantastici ragazzi che ho avuto la fortuna di allenare, e a cui voglio lasciare un messaggio: non preoccupatevi cari ragazzi, noi siamo GLI IMMORTALI».
@damorirne