Nemmeno il tempo di digerire la sbobba mediatica sull'Inter cinica, concreta, dura, rocciosa, che subito la squadra di Mancini è entrata in una crisi irreversibile che la condurrà verso la serie B o se le va bene all'ottavo posto dell'anno scorso. Saltiamo a piedi pari questi discorsi confermando l'impressione estiva (squadra manciniana del genere forte-ordinato ma senza guizzi, se la gioca per la Champions ma non per lo scudetto) e andiamo diretti sul parallelo che sempre più addetti ai lavori-livori stanno facendo tra Mister Bee, in arrivo in Italia per proseguire nella mal riuscita rappresentazione (una volta Berlusconi aveva autori migliori, a partire da Fatma Ruffini), ed Erick Thohir, dopo le voci sui tragici dati di bilancio del club nerazzurro riferiti alla stagione 2014-15. Voci uscite non dai bar, ma da uno dei sette componenti del consiglio di amministrazione che la scorsa settimana si è riunito per fare il punto della situazione in attesa dell'assemblea dei soci che darà ufficialità alle cifre.
Che i milioni di rosso siano 90, nell'ipotesi peggiore, o una trentina di meno nel caso si utilizzino diversi criteri contabili, la certezza è che il club di Thohir (...) ha in teoria fermato gli sprechi dell'era Moratti, ristrutturando a colpi di machete l'organigramma (la cacciata dell'amministratore delegato Fassone, uno degli ultimi ingaggi di Moratti e poi proprio da Moratti messo nel mirino, è stata soltanto il caso più eclatante), ma in pratica non è ancora riuscito ad invertire una tendenza finanziaria che non si può imputare soltanto all'assenza dalle coppe, il cui peso non va ingigantito: se andare in Champions League può produrre minimo 30 milioni diretti e un miglioramento dell'immagine, quindi dell'appeal per sponsorizzazioni e amichevoli, è anche vero che stare ai piani alti comporta spese maggiori per gli ingaggi dei calciatori, che mangiano buona parte del presunto guadagno. Siamo in ogni caso curiosi di vedere quali voci hanno portato a questo risultato negativo, di qualsiasi entità sia: non sarà certo tutta colpa di Mazzarri.
Ma dicevamo del parallelo con Mister Bee, a prima vista forzato (il thailandese Bee è un mediatore, l'indonesiano Thohir un imprenditore in proprio) ma per almeno due aspetti importanti molto calzante. Il primo è che lo sbocco finale (fra due anni) di queste due ancora nebulose operazioni è la quotazione delle due società milanesi in una borsa asiatica, il vero trucco per moltiplicare il valore di club strutturalmente indebitati e senza una gestione corrente che faccia intravvedere la luce. Tutto a spese del parco buoi, chiaramente, ma non divaghiamo: se uno vuole buttare via i propri risparmi con il calcio deve essere libero di farlo. Basta che non ci scriva offeso esaltando supercazzole in managerese o prevedendo milioni di magliette vendute di D'Ambrosio, dicendo che siamo vecchi e fermi a Rozzi o Massimino. Lo scenario prevede che a essere messe sul mercato siano principalmente le quote di Thohir e di chi sta dietro a Bee, in proporzione minore o nulla quelle rimaste a Moratti (29,5%) e Berlusconi (52%). Traduzione: i nuovi controllanti di Inter e Milan saranno nella sostanza i vecchi proprietari, che nel frattempo avranno incassato soldi veri (Berlusconi), da chiunque vengano, o scaricato su altri le grane anche umane della ristrutturazione (Moratti).
Restringendo il discorso all'Inter, quanto tempo c'è a disposizione prima di andare alla caccia di soldi nuovi? Senza stare a fare il solito elenco delle scadenze di pagamento dei vari giocatori, bisogna ricordare che il 'rosso' previsto per la stagione 2014-15, nei piani di Thohir e Moratti, era inferiore ai 45 milioni: non è una nostra congettura, ma quanto messo nero su bianco ai tempi della mancata collocazione del bond da 300 milioni. Idea, quella del collocamento obbligazionario, che dovrebbe tornare di attualità fra un mese. Meno preoccupanti i parametri del fair play finanziario di Platini: l'accordo con l'UEFA prevedeva il ritorno a dimensioni accettabili (30 milioni) delle perdite annuali ma nella stagione 2015-16 e quindi alla peggio si venderà Icardi. Quanto al ritorno in sella dei Moratti, di cui il Guerino ha scritto il giorno dopo l'arrivo di Thohir, si materializzerà in ogni caso: o per per via borsistica, se il piano funzionerà, o in forma più tradizionale se la situazione dovesse precipitare. Conclusione? Siamo sempre contro il catastrofismo del genere 'il pallone si sta sgonfiando', ma certo è che dal punto di vista finanziario l'Inter sta viaggiando su un filo e quindi i successi sul campo sarebbero doppiamente importanti. Per questo la tentazione 'all in', con qualche operazione a gennaio (un giocatore di fantasia, se Ljajic non salirà di tono), è una certezza.
Twitter @StefanoOlivari