Del resto lo ha detto lo stesso Marotta, giusto qualche settimana fa: «Hernanes non è un fenomeno». Questo era chiaro a tutti, si è solo detta la verità. Quello che ci sfugge, però, è il fatto di ritenere «utile» un giocatore pagato più di 11 milioni di euro, se consideriamo anche i bonus, uno dei quali già raggiunto perché prevedeva almeno tre presenze del brasiliano in Champions League. Di solito, poi, chi viene classificato con quell'aggettivo e viene acquistato come classico tappabuchi non fa una buona fine, ripensando a quanto successo con Bendtner o Anelka. In più bisogna aggiungere che la forsennata ricerca del vero trequartista, di quel numero 10 tanto caro ad Allegri, non è mai terminata e, anzi, prosegue sempre più vigorosa, virando al momento su Londra, a Stamford Bridge. Dato che il cartellino di Oscar farebbe fatica a esser messo in un banco frigo - trenta milioni e più -, la domanda sorge spontanea: c'era il grande obiettivo, allora perché si è deciso comunque di prendere Hernanes? Non crediamo che la fin qui deludente stagione della Juventus abbia un po' cambiato lo scenario, soprattutto se relazionato al fatto che soltanto dei folli avrebbero potuto immaginare un rendimento da primo della classe da parte dell'ex nerazzurro, cosa che in realtà non ha mai avuto se non - sporadicamente - ai tempi della Lazio. La questione, però, è un'altra e riguarda nella catena dei nomi tirati a caso l'irreale, al giorno d'oggi, volontà del blues di approdare a Torino. Tanto se non c'è Oscar c'è Isco, se non c'è Isco c'è Eriksen, se non c'è Eriksen c'è Nasri. Non è significativo discutere su delle operazioni a lungo termine quando ancora la situazione è tutt'altro che rosea, a -9 dalla vetta e a -8 dalla Champions, quando ancora non si ha la certezza che il prossimo anno Allegri siederà sulla stessa panchina, quando ancora l'identità tattica della squadra viene scelta lo stesso giorno della partita, aprendo l'armadio e scegliendo quasi per caso il primo abito che si presenta alla vista.
@damorirne