I soliti noti più il terzo incomodo. Il duopolio Messi-Cristiano Ronaldo va avanti da otto anni, con un'unica eccezione: il 2010, la stagione del triplete interista, non vide tra i primi tre la presenza del portoghese. Fu un completo trionfo blaugrana, tre giocatori (Iniesta e Xavi alle spalle della 'Pulce') della stessa squadra sul podio, aiutati anche dalla splendida cavalcata della Spagna al Mondiale sudafricano e con buona pace del povero Sneijder che i catalani li aveva battuti sul campo, andando pure a segno in occasione della semifinale di andata di Champions. Una curiosità. Soltanto un'altra volta capitò di assistere alla presenza in contemporanea del terzetto in forza per l'intero anno in un unico club: erano gli anni di Van Basten, Baresi, Rijkaard e del grande Milan.
Se nel 2010, per assurdo, si dibatteva sul fatto di assegnare il Pallone d'Oro al valore del singolo o al valore della stagione del singolo, nel 2015 tale dicotomia non ha ragione di esistere perché raggruppata in una sola persona: il vincitore sarà Lionel Messi. Cominciamo subito a togliere dal radar Cristiano Ronaldo la cui rendita, probabilmente, lo porterà al secondo posto finale. Non basiamoci sul numero di reti - tutti e tre nell'anno solare hanno superato quota 45 - quanto, piuttosto, sui titoli conquistati e sulla facilità con la quale sono state raggiunte le alte mete. Il Real Madrid ha perso la Liga, non è riuscita a raggiungere minimamente il sempreverde obiettivo della Champions - fuori in semifinale con la Juventus - e ha salutato la Copa del Rey a inizio anno, lasciando il derby valevole per gli ottavi di finale ai cugini dell'Atletico.
Messi e Neymar sono tra i principali artefici dello sfolgorante periodo di Luis Enrique a Barcellona. Principali mica tanto, considerando che il perfetto disegno della squadra è il risultato del lavoro e dell'ingegno di undici giocatori che scendono in campo. Diciamo così solo perché trovano la via della rete più degli altri e qui non possiamo non aggiungere anche Suarez che, stando ai criteri di assegnazione del Pallone d'Oro, avrebbe dovuto completare il terzetto a discapito di CR7. Il problema rilevante è che la sfida tra Messi e Ronaldo piace. Per via della pubblicità, per questioni legate all'immagine e alla politica. Dinamiche che sono di ausilio a entrambi e che gli hanno permesso di ricevere alcuni dei tanti riconoscimenti con un pizzico di malizia. Spezziamo una lancia a favore di Ribery e del mancato successo di due anni fa.
Analizzare la stagione blaugrana sarebbe superfluo, è sotto gli occhi di tutti: Liga, Champions, Copa del Rey e Supercoppa europea. Una sola macchia, lo sbandamento di metà agosto che ha finito per "devolvere" la Supercoppa spagnola all'Athletic: 4-0 a San Mamés e 1-1 al Camp Nou. Il differenziale tra i due sudamericani è da ricercare, possibilmente, nell'ultima Copa América. Neymar chiude il torneo anticipatamente con le quattro giornate di squalifica dopo l'accenno di testata a Murillo in Brasile-Colombia mentre Messi arriva in finale e - ripassando il copione del Mondiale di Rio - lascia l'alloro agli avversari, venendo comunque premiato come miglior giocatore della manifestazione, targa che rifiuterà di ritirare. Qui bisogna fare molta attenzione perché Messi ha già in tasca il quinto Pallone d'Oro e sta già correndo per conquistare il sesto, considerato il non disteso clima che si respira a Madrid.
@damorirne