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Hellas Verona, il "tradimento" di Delneri

Hellas Verona, il "tradimento" di Delneri

Redazione

2 dicembre 2015

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L’approdo all’Hellas di Gigi Delneri richiama inevitabilmente l’altra esperienza veronese del tecnico di Aquileia, quando guidava il Chievo dei miracoli, quello capace di ottenere 54 punti al primo anno in Serie A (con vetta solitaria della classifica dall’ottava alla quindicesima giornata) e 55 al secondo. Dopo aver “cambiato sponda” a Genova (Sampdoria 2010-11, quarto posto e qualificazione ai preliminari di Champions League; Genoa, 2012-13, appena tredici gare), ecco ora che la storia si ripete in riva all’Adige. Lo stesso discorso sarebbe stato valido anche per l’altro candidato, Eugenio Corini, anche lui ex tecnico clivense e regista proprio del Chievo di Delneri. Non è certo il primo “tradimento” che si consuma nelle guide tecniche delle città con più compagini: limitando il discorso agli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad Alberto Zaccheroni e Leonardo sulle panchine di Milan e Inter; a Gigi Cagni e Delio Rossi su quelle di Genoa e Sampdoria; a Sven Goran Erikson e Zdenek Zeman su quelle di Lazio e Roma; e al Bentegodi si era già verificato il passaggio dal Chievo al Verona da parte di Alberto Malesani. Agli allenatori si perdona di più, rispetto ai giocatori, il salto da una panchina all’altra della città. Rimane comunque un azzardo passare da una piazza dove sei considerato un mito a un’altra dove hai molto da perdere, con la squadra ultima in classifica, ancora senza vittorie a dicembre e che ha appena esaurito un ciclo durato cinque anni con il precedente allenatore. Non sarà un’esperienza facile, anche perché Delneri (che nel suo staff avrà anche Maurizio D'Angelo, anche lui storica leggenda del Chievo) è allenatore più da da programmazione che da subentro in corsa; pensiamo alla prima avventura alla Ternana, alla prima al Chievo, e a quelle con Atalanta e Sampdoria: le esperienze migliori le ha avute guidando le squadre dall’estate; al contrario, le esperienze negative, Ternana bis, Roma, Chievo bis, Genoa hanno tutte come comun denominatore l’arrivo a stagione iniziata. Il tecnico comunque pare bello carico e sembra intenzionato a non stravolgere il lavoro di Andrea Mandorlini. Potrebbe persino rinunciare al suo marchio di fabbrica del 4-4-2 per proseguire con il 4-3-3 e non stravolgere l’identità della squadra. Per il Verona si tratta di una scommessa per cercare di dare un senso alla stagione. Per Delneri, l’occasione di rientrare nel grande calcio, dopo anni di magra. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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