Il volo del Napoli verso la testa della classifica, in solitaria. L'ultima volta il 29 aprile del 1990, il giorno del secondo scudetto: superata la Lazio nell'azzurro del San Paolo per 1-0 con rete decisiva di Marco Baroni. L'assist - manco a dirlo - fu di Maradona, direttamente da calcio di punizione.
C'era il Pibe in tutto il suo magnifico splendore e il piccolo Higuain - non ancora treenne - cresceva a Buenos Aires dopo i primi mesi passati in Francia, guardando papà Jorge giocare per il River Plate. Insigne, Jorginho, Allan, Koulibaly, Ghoulam e Hysaj - per citare soltanto i titolari - non erano venuti al mondo e un giovanotto di 31 primavere - Maurizio Sarri - iniziava la sua carriera da allenatore nella provincia toscana. Aurelio De Laurentiis era alle prese con la produzione del solito film di Natale e Cristiano Giuntoli, di lì a poco, avrebbe accumulato le prime presenze da calciatore in C2 con la maglia del Prato.
Rafa Benitez aveva ormai appeso da tempo gli scarpini al chiodo per via dei numerosi infortuni e in estate sarebbe andato a insegnare calcio presso l'Università della California mentre Walter Mazzarri, il 3 giugno, avrebbe festeggiato la promozione in B con il suo Modena, giocando insieme a Marco Ballotta e Franco Colomba.
Nelson Mandela gustava i primi mesi di libertà dopo ventisette anni passati in carcere per la sola colpa di aver dato voce alla propria dignità e Augusto (tutto unito) Pinochet, con la reintroduzione della democrazia, terminava il suo regime dittatoriale in Cile anche se, di fatto, restava al vertice delle forze armate. Un pezzo di capitalismo faceva il suo ingresso a Mosca con l'apertura del primo McDonald's e la Mondadori faceva la spola tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi.
Si dava l'addio a due miti del cinema, Aldo Fabrizi e Greta Garbo mentre Amedeo Minghi e Mietta assestavano un duro colpo alle classifiche italiane con 'Vattene amore', facendo perdere terreno a Phil Collins con 'Another day in paradise' e a Sinead O'Connor con la cover di 'Nothing compares 2 U'. Un altro brano, però, avrebbe scalzato tutti lavorando da apripista ai successivi Mondiali di calcio di Italia '90.
Edoardo Bennato e Gianna Nannini davano il via alle notti magiche, quelle di un 'caruso' siciliano - Totò Schillaci - che avrebbe portato a casa il titolo di capocannoniere, il riconoscimento di miglior giocatore della competizione e la seconda piazza del Pallone d'Oro pur avendo alle spalle un solo anno di Serie A.
@damorirne