L'ha toccata piano, come si suol dire nell'abusato linguaggio dei social. Roberto Vecchioni, quello che scriveva e cantava "Sogna, ragazzo, sogna", ha destrutturato la normalità delle ultime ore dei siciliani per aver apostrofato la bella e selvaggia isola con il termine "merda". La cosa che preoccupa di più non riguarda in assoluto l'uscita del professore dell'Università di Pavia quanto piuttosto la scarsa lucidità di molti nel non oltrepassare quelle poche righe di disprezzo e nel non saper leggere le motivazioni che stanno alla base di un discorso del genere. Più provocazione che attacco, più sollecitazione culturale che invettiva gratuita anche se non elegantissima da un punto di vista formale e troppo restrittiva perché la denuncia - chiamiamola così - di Vecchioni arriverebbe ancora più azzeccata se solo si rivolgesse all'intero Paese, dato che al di fuori della Sicilia non è che sia tutto rose e fiori. Avanza forte il fenomeno dello sproloquio, che si risveglia quando gli si offende la mamma e latita quando invece i fratelli conterranei speculano e lucrano sull'innocenza della stessa mamma, stuprandola segretamente. Diciamo anche che nell'altro versante, tra rivolte sul lavoro e accuse neanche tanto trasversali, la situazione è ben lontana dall'essere sotto controllo. Dopo l'eliminazione casalinga del Palermo dalla Coppa Italia per mano dell'Alessandria - club di Lega Pro in piena lotta per la promozione -, la furia di Maurizio Zamparini si è abbattuta su Maresca, Rigoni e Daprelà, accompagnati virtualmente alla porta: non giocheranno fino alla prossima sessione di mercato che, si spera, troverà loro una nuova sistemazione. Dove risiede l'incongruenza del presidente? Di questi ultimi tempi, la "svalvolata" maggiore si è vista con l'esonero di Iachini e con la nuova massima de "l'allenatore che vince si cambia". Ma a decisioni così, francamente, c'eravamo abituati. Si è persa la bussola nella gestione del caso Vazquez. Se i primi due epurati erano stati definiti "ignoranti" e "anziani" in virtù della difesa dell'ex tecnico e in seguito al ko contro la Juventus, la logica adesso vuole che il filo conduttore che ha legato la loro esclusione si intrecci anche con l'italo-argentino, considerando l'apologia a mezzo Twitter del mese scorso e il cartellino rosso ricevuto soltanto al 22' del primo tempo di mercoledì. La verità è che lasciare per strada uno dei suoi ultimi pregi - la capacità di monetizzare - è un rischio assai grande. Ha sempre detto che Vazquez andrà via in estate, mica è scemo. Tralasciando il fatto che un Palermo senza il numero 20 ha già un piede in B.
@damorirne