Ancor prima del breve periodo d’oro di Salvatore Schillaci, la Serie B presentava tra i suoi protagonisti un altro “Totò”. Bomber di categoria vero, Antonio De Vitis imperversò in cadetteria da sud a nord. Proprio così. Nato a Lecce il 16 maggio 1964, entra nelle giovanili del Napoli con cui debutta diciottenne in Serie A a fine 1982 contro il Genoa, prendendo il posto di Scarnecchia nella ripresa. Centravanti dal fisico solido (175 x 75), abile in acrobazia e grande predatore degli ultimi sedici metri, De Vitis giocò solo quello spezzone con il Napoli e disse arrivederci alla massima serie. Inviato in prestito in C1 alla Campania Puteolana, segnò 7 reti in 27 partite. Per la maggior parte degli anni Ottanta rimase al sud, disseminando le sue fermate di gol e strappando l’affetto di piazze calde come Palermo, Salerno e Taranto. Nell’estate del 1988 lo acquista l’Udinese: le sue 15 reti contribuiscono alla promozione del club bianconero e così, finalmente, per Totò si materializza il ritorno in massima serie. Nel torneo 1989-90 però arriva in Friuli l’argentino Abél Balbo e gli ruba un po’ la scena, ma ad ogni modo trova la via del gol in 4 occasioni. Purtroppo arriva la repentina retrocessione. De Vitis rimane anche il torneo seguente, segnando un’unica rete prima di lasciare l’Udinese. Si arriva così al 1991 e Totò si lega al Piacenza, nella sua categoria “preferita”. Ed infatti, il centravanti pugliese riscopre subito il tocco d’oro lasciando il segno prima 17 volte e poi per altre 19, che stabiliscono il suo record stagionale e portano i biancorossi in A per la prima volta nella storia: il famoso Piacenza “tutto italiano”. Nel 1995 giunge al Verona, ultima casacca indossata, ed ottiene la quarta promozione in carriera. Si ritira nel 1999, con 125 gol segnati in B che lo collocano al terzo posto tra i bomber cadetti di sempre. Nel dopo carriera allena i giovani, poi lavora come Direttore Sportivo ed osservatore. Il figlio Alessandro gioca come centrocampista nella Spal in Lega Pro, in prestito dalla Sampdoria.
Fabio Ornano